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SIRIA, TRA MACERIE E MORTI: 470MILA UCCISI, 55MILA SONO BAMBINI

Redazione online Ansa -YOUSSEF BADAWI
Pubblicato il 17-03-2017

L'Europa non è stata capace di comprendere la gravità della situazione

È ormai entrata nel suo settimo anno la devastante guerra civile siriana. Iniziata sulla scia delle primavere arabe, con un desiderio di libertà che si mescolava alla  rivolta sunnita contro la dittatura Alawiita degli Assad , si è trasformata nel più spaventoso massacro che il medio oriente abbia mai vissuto, un genocidio sistematico di civili, famiglie e bambini sotto gli occhi del mondo. 



Dopo i fallimenti in Iraq e Afghanistan, l'America di Obama ha scelto di intervenire solo con i suoi bombardieri, ha preferito non mandare i suoi soldati a morire in una guerra così lontana e complessa. Solo qualche battaglione d'elite per addestrare i combattenti curdi del nord,  l'unico alleato affidabile sul terreno.


L'Europa non è stata capace di comprendere la gravità della situazione, la sua divisione profonda le ha impedito di intervenire prima che milioni di profughi bussassero alle sue porte. Nella Siria abbandonata dall'occidente il  brutale jihadismo dell'isis si è imposto con facilità, armato, equipaggiato, pieno di soldi e combattenti stranieri, finendo per  sostituire  Al Qaida alla guida della rabbia e della disperazione di migliaia di giovani musulmani senza identità e senza futuro.


L'intervento militare della Russia, a fianco del dittatore Assad, ha portato ad un capovolgimento delle sorti militari della guerra. La ribellione non jihadista è stata schiacciata  senza pietà, da Aleppo a Homs, dove interi quartieri sono stati rasi al suolo dai bombardamenti a tappeto, dove non è stato possibile istituire corridoi umanitari perchè il regime di Damasco ha voluto la resa incondizionata e senza pietà dei suoi oppositori armati. Nelle strade di quella, che una volta era la colta e tranquilla Siria, bambini e vecchi hanno cominciato a morire tra le macerie colpiti dalle bombe, soffocati nei rifugi, o attaccati dalla fame e dalla mancanza di acqua potabile.

Eppure,  ancora qualcuno ha avuto la forza di far vedere a tutti,  attraverso mezzi di fortuna,  telefonini, computer funzionanti per miracolo, le immagini spaventose del dramma, nella speranza che si potesse ancora intervenire per fermare la strage della Siria.
11 milioni e mezzo di profughi, la metà scappati fuori dal paese. 470mila morti. 55mila sono bambini.

di Giovanna Botteri, corrispondere RAI New York

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