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SAN FRANCESCO ALLA CAMERA PER 75° ANNIVERSARIO DEL PATRONO D’ITALIA

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Si è tenuto mercoledì 1 ottobre alle 11.45, presso Palazzo Montecitorio Sala Aldo Moro, l'incontro celebrativo sul 75° anniversario della proclamazione di san Francesco d’Assisi patrono d’Italia. Sono intervenuti Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati,  S. Ecc.Mons. Nunzio Galantino, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, e padre Mauro Gambetti, Custode del Sacro Convento.

Durante il suo discorso Mons. Galantino si è soffermato sulla figura del Santo di Assisi: "Io ho l'impressione che San Francesco abbia da dire molto a noi non perché abbia da indicarci delle ricette economiche, ma soprattutto da consegnarci una ricetta di umanesimo pieno, di umanesimo riuscito veramente

Guardando ad alcuni tratti della vita di Francesco - ha proseguito -, questo suo essere un uomo aperto, un uomo inclusivo, un uomo riuscito, penso che venga richiamato ciascuno di noi a chiedersi veramente se sta facendo di sé un uomo serio, un uomo coerente, o se sta facendo di sé un uomo che vende chiacchiere. 

Quest'uomo, a partire dal contato del lebbroso, che può essere la cifra di lettura di tutte le povertà di oggi, cambia addirittura la sua agenda personale. E questo potrebbe anche dire a noi, che ci troviamo in un posto in cui la politica vive e serve: al pari di quello che fece Francesco, se anche noi, se anche i deputati e i senatori si abbracciassero anche loro qualche lebbroso, cioè qualche realtà vera, purulenta, pure faticosa, ce ne sono tantissime, secondo me cambierebbero anche le agende politiche". 


Interpellato sul dibattito riguardante l'articolo 18 a margine dell'evento celebrativo ha poi dichiarato: "Mi piacerebbe che si capisse che il rispetto del lavoratore non penso che possa e debba essere affidato unicamente e totalmente a regole e regolamenti. 

Perché il datore di lavoro dev'essere prima di tutto una persona leale, dev'essere prima di tutto una persona che ama il bene comune, dev'essere una persona davvero che rispetta davvero gli altri e la loro storia. 

Perché se non lo è, io penso che non esistano regole o leggi che tengano". 

Ma vi siete resi contro  di quanti datori di lavoro, per licenziare al di là o al di fuori dell'articolo 18, si inventano fallimenti per mettere sulla strada la gente? Per cui il problema non è solo ed esclusivamente la legge, l'articolo 18: è anche la formazione seria degli imprenditori e cioè che siano veramente delle persone moralmente sensibili. 

Perché se non si è sensibili al bisogno dell'altro - ha concluso Galantino -, o articolo 18 o non articolo 18 questa gente troverà il modo purtroppo di mettere sotto i piedi la gente. Mentre invece conosco tantissimi imprenditori, la stragrande maggioranza, che questa preoccupazione ce l'hanno. Per cui dobbiamo enfatizzare quello che di bello fanno questi".(ANSA).


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