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Presidente Cei: in pole position Card. Bassetti

Redazione online Ansa
Pubblicato il 22-05-2017

La mattina di martedì 23 maggio, nell’aula nuova del Sinodo, per la prima volta i vescovi italiani saranno chiamati a esprimere la loro preferenza per il nuovo presidente della Cei. Non era mai accaduto. A differenza di ciò che accade nel resto del mondo la designazione del presidente dei vescovi del Belpaese, dato lo speciale legame che li unisce al Pontefice primate d’Italia, è sempre stata appannaggio del Vescovo di Roma: dal beato cardinale Alfredo Ildefonso Schuster (1952-1953) fino al cardinale Angelo Bagnasco (2007-2017).

Papa Francesco desiderava restituire pienamente all’episcopato italiano la facoltà di scegliersi colui che assume il compito di rappresentarlo per un quinquennio. Ma quando nel maggio 2014, durante l’assemblea generale della Cei, i vescovi hanno discusso le possibili modifiche allo statuto, hanno preferito una soluzione intermedia. Che dia loro la possibilità di esprimersi indicando tre possibili nomi, lasciando però al Pontefice la scelta finale su uno dei tre.

Lo statuto è stato modificato, ma non si è proceduto immediatamente ad eleggere una terna. I l cardinale Angelo Bagnasco ha potuto così concludere il suo secondo quinquennio (scaduto lo scorso marzo) e ora arriva il momento di scegliere il successore. I vescovi italiani, oltre che per conferenze regionali, sono divisi in tre grandi aree geografiche: il Nord, il Centro e il Sud. Sono i vescovi meridionali - visto l’alto numero di diocesi a volte piccole storicamente presenti nel territorio - ad avere circa il 50 per cento dei voti in assemblea.

Non c’è stata alcuna campagna elettorale, almeno ufficialmente. Il modo di procedere sarà il seguente: il 23 maggio alla prima votazione i vescovi potrebbero andare a ruota libera, votando chiunque. Da questa prima elezione dovrebbero emergere i primi tre candidati, cioè coloro che hanno ottenuto un maggior numero di voti rispetto agli altri. Su ciascuno di questi tre nomi, con altrettante votazioni separate, si esprimeranno tutti i membri dell’assemblea: i candidati della terna dovranno ottenere ciascuno una maggioranza assoluta del 50 per cento dei voti più uno. Ma non è escluso che prima della elezione iniziale vi possano essere delle dichiarazioni di voto, da parte di vescovi i quali - magari indicando alcuni temi prioritari e alcune necessità giudicate più importanti - dichiarino magari a nome di piccoli o grandi gruppi di confratelli la preferenza per un nome. Se questo accadesse, non è escluso che il nome proposto possa venir subito votato e dunque teoricamente entrare nella terna in caso ottenga la maggioranza assoluta.

Per il Nord Italia il nome più accreditato è quello del vescovo-teologo di Novara, Franco Giulio Brambilla, già ausiliare di Milano con delega alla cultura. Per il Centro il candidato più accreditato appare quello del vescovo di Fiesole, Mario Meini, attuale vicepresidente della Cei in rappresentanza della sua area geografica. Ma c’è anche chi fa il nome del cardinale arcivescovo di Firenze, già segretario della Conferenza episcopale dal 2001 al 2008, prima con il cardinale Camillo Ruini e poi per un anno con Bagnasco. Due sono i possibili candidati: l’arcivescovo di Taranto Filippo Santoro e il vescovo di Teramo Michele Seccia. E non va dimenticato nemmeno il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento. Va ricordato che durante l’assemblea bisognerà anche eleggere un vicepresidente in rappresentanza del Sud Italia e dunque questi nomi potrebbero rientrare in gioco anche per tale incarico.

C’è infine un altro nome, quello di un outsider che potrebbe coagulare consensi: l’arcivescovo di Perugia Gualtiero Bassetti. Nominato cardinale da Francesco nel suo primo concistoro del febbraio 2014, con una decisione che ha segnato la fine della tradizione delle cosiddette «diocesi cardinalizie» (Perugia negli ultimi cento anni non lo era). È stato vicepresidente della Cei è stimato ed è ben conosciuto in tutto lo Stivale per aver fatto il visitatore apostolico dei seminari. Ha 75 anni, cioè l’età in cui i vescovi presentano la rinuncia al Papa. Francesco ha deciso però di prorogarlo fino agli ottant’anni, e dunque non può essere a priori esclusa la sorpresa di un suo inserimento nella terna. Non entra in gioco invece il nome dell’attuale segretario della Conferenza episcopale, Nunzio Galantino. Per statuto si è eleggibili soltanto se si è vescovi diocesani in carica e il numero due della Cei ha lasciato la diocesi per dedicarsi a tempo pieno al suo compito.  (Vatican Insider)

CHI E' IL CARDINALE BASSETTI
Gualtiero Bassetti, vice presidente della Cei, presidente della Ceu, membro della Congregazione per i Vescovi e del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è un cardinale al servizio degli “ultimi” continuando a far sentire la concreta vicinanza della Chiesa di Cristo alle persone in difficoltà, disagiate, emarginate, sofferenti, gli “scarti della società”, come li definisce Papa Francesco.

Le radici di Gualtiero Bassetti affondano fra le montagne che dividono la Toscana e l’Emilia Romagna: nasce il 7 aprile 1942 a Popolano di Marradi, in provincia di Firenze ma nella Diocesi di Faenza-Modigliana. È il primo di tre figli e viene alla luce nel comune che ha dato i natali al poeta Dino Campana. Due suoi cugini sono sacerdoti, don Giuseppe e don Luca Bassetti.

Dopo aver trascorso l’infanzia a Fantino, nell’Arcidiocesi di Firenze, nel 1956 entra nel Seminario di Firenze. Il 29 giugno 1966 viene ordinato presbitero nel duomo di Santa Maria del Fiore dal cardinale Ermenegildo Florit. Inviato come vice parroco nella comunità di San Salvi, nel 1968 è chiamato in Seminario come assistente al Minore e responsabile della pastorale vocazionale. Nel 1972 viene nominato rettore del Seminario Minore. Nel 1979 il cardinale Giovanni Benelli gli affida l’incarico di rettore del Seminario Maggiore, a soli 37 anni. Nel 1990 il cardinale Silvano Piovanelli lo nomina suo pro-vicario e nel 1992 lo chiama a diventare vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze.

Il 3 luglio 1994 Papa Giovanni Paolo II lo elegge vescovo di Massa Marittima-Piombino. Viene ordinato vescovo l’8 settembre dal cardinale Piovanelli nella basilica di San Lorenzo a Firenze; dieci giorni più tardi fa il suo ingresso nella Diocesi a lui affidata.

Promosso da Papa Benedetto XVI alla sede arcivescovile metropolitana di Perugia-Città della Pieve il 16 luglio 2009, fa il suo ingresso in diocesi il 4 ottobre dello stesso anno, giorno della solennità di san Francesco di Assisi, Patrono d’Italia. Il cardinale Bassetti è un Pastore molto sensibile alle problematiche sociali, in particolare al mondo del lavoro e al ceto meno abbiente. Eletto alla guida della Conferenza episcopale umbra (Ceu) nel 2012, il cardinale Bassetti la presiede con spirito di collegialità, condividendo con i confratelli vescovi le scelte da compiere nei vari ambiti pastorali.

L’attenzione al mondo del lavoro si concretizza nelle numerose visite del cardinale Bassetti alle aziende, alle associazioni di categoria e trova un punto fermo nella Lettera pastorale che il primo maggio 2004 ha pubblicato dal titolo Nella crisi: la speranza oltre ogni paura, che quasi preannuncia le difficoltà del recente terremoto economico-finanziario a cui ha risposto, prima ad Arezzo e poi a Perugia, con interventi concreti a sostegno delle famiglie in difficoltà a causa della perdita del lavoro, attivando o rilanciando progetti di solidarietà gestiti dalla Caritas.

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