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Poroshenko-Putin: Riprendiamo il dialogo per la pace

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Un incontro di oltre due ore tra Vladimir Putin e Petro Poroshenko a Minsk apre uno spiraglio per la soluzione della crisi ucraina. Colloqui "molto duri e complessi", li ha definiti il leader di Kiev, al termine dei quali i due si sono detti d'accordo sulla "necessità di un dialogo" e hanno annunciato un'intesa per la creazione di un "gruppo di contatto". "Faremo tutto il possibile per progressi di pace, dobbiamo intensificare il dialogo su molte questioni", ha assicurato il capo del Cremlino offrendo al contempo il "sostegno" della Russia per il raggiungimento di un accordo tra Kiev e i ribelli filorussi. Fermo restando, ha sottolineato con insistenza, che tale accordo è comunque una questione interna all'Ucraina: "Noi possiamo soltanto contribuire a creare condizioni di fiducia per un eventuale, e a mio giudizio necessario, processo negoziale", ha affermato. Dal canto suo, Poroshenko si è impegnato a lavorare per un cessate il fuoco: "Sarà preparata una roadmap volta a giungere al più presto a un regime di tregua che dovrà avere carattere assolutamente bilaterale". Rimane da vedere come reagiranno i separatisti filorussi e con che tempi si potrà giungere a una cessazione delle ostilità. 


Dopo un lungo summit tra Unione doganale (Russia, Bielorussia, Kazakhstan), Ue e Ucraina, Putin e Poroshenko hanno dato inizio all'incontro bilaterale con una stretta di mano. Si è trattato del primo vero faccia a faccia tra i due leader dopo il breve incontro in Normandia a giugno. Che il presidente ucraino ritenesse il vertice di fondamentale importanza lo si è capito subito, quando - non appena arrivato - ha dichiarato solennemente che "i destini della pace e del mondo si decideranno in questo incontro". Il presidente ucraino si è detto pronto a discutere varie possibili vie d'uscita dalla crisi per mettere fine alle violenze a est, consapevole che "tutti gli attori coinvolti vorrebbero uscirne con dignità". A quest'apertura si è però contrapposta la fermezza di Putin, che ha sottolineato come la firma di un accordo d'associazione tra Kiev e Ue - che dovrebbe essere ratificato a settembre - potrebbe costare alla Russia più di due miliardi di euro e porterà inevitabilmente alla cancellazione del regime preferenziale per le importazioni dall'Ucraina in modo da proteggere il mercato russo. Ma il capo del Cremlino ha anche ribadito che la crisi ucraina non può essere risolta "senza prendere in considerazione gli interessi sostanziali" di quelle regioni e "senza un dialogo di pace con i loro rappresentanti".


Mosca sembra insomma continuare a premere per la federalizzazione dell'Ucraina, una soluzione che Kiev ha già bocciato caldeggiando piuttosto un più moderato decentramento dei poteri che conceda maggiore autonomia alle regioni. Poroshenko ha dichiarato che il suo governo "cerca la pace nel Donbas", la regione mineraria del sud-est del Paese martoriata da quattro mesi di aspri combattimenti che in cinque mesi hanno provocato più di 2.200 morti, senza contare le 298 persone che erano a bordo dell'aereo della Malaysia Airline abbattuto in luglio mentre sorvolava l'area controllata dai ribelli filorussi. Ma il teatro del conflitto sembra per ora allargarsi con l'apertura di un nuovo fronte a sud, lungo le coste del Mar Nero, dove - nella zona di Novoazovsk - i soldati ucraini sostengono di aver fermato una colonna di blindati provenienti dalla Russia e diretti verso l'importante porto di Mariupol.



Una nuova violazione della frontiera è avvenuta quando i soldati ucraini hanno catturato dieci parà del 331/mo reggimento della 98/ma divisione aviotrasportata russa che avevano sconfinato con un loro convoglio in territorio ucraino per 20 chilometri. Il ministero della Difesa russo sostiene che i militari partecipavano a dei pattugliamenti al confine e l'hanno attraversato casualmente su un tratto senza demarcazione, ma questa vicenda mette a dura prova la posizione del Cremlino, che ha sempre negato ogni coinvolgimento di propri uomini e mezzi nel conflitto ucraino. E mentre Kiev, che accusa Mosca di fornire armi ai separatisti, punta il dito contro la Russia accusandola anche dell'uccisione di quattro guardie di frontiera con due elicotteri Mi-24, le tv ucraine mandano in onda gli interrogatori dei soldati russi catturati, alcuni dei quali sostengono che non erano al corrente dell'obiettivo della loro missione o di aver pensato di partecipare a delle manovre.



Si tratta di "confessioni" da prendere con cautela, visto che si tratta di prigionieri, ma che aprono nuovi squarci sul conflitto in Ucraina. Il braccio di ferro delle sanzioni tra Mosca e Occidente intanto fa sentire i propri effetti negativi sull'economia russa costringendo a tagliare le previsioni di crescita del Pil per il 2015 dal 2 all'1% e a rivedere al rialzo le stime dell'inflazione: dal 6 al 7-7,5% per il 2014 e dal 5 al 6,5% per il 2015.

A Minsk si è discusso anche di un'altra questione connessa al conflitto, le forniture di gas russo all'Ucraina. Putin ha annunciato l'avvio di trattative: "Dobbiamo riprendere il confronto sull'energia. Parlando con sincerità, è un problema complesso, finito in un vicolo cieco. Ma dobbiamo parlarne. Abbiamo concordato di riallacciare le consultazioni su questo argomento". E il commissario Ue all'energia Guenther Oettinger ha comunicato che venerdì prossimo a Mosca ripartirà il tavolo a tre - Russia, Ucraina, Unione europea - saltato in giugno. (Repubblica)

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