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Papa: Mafia cultura di morte, si oppone al Vangelo. Si fermino, smettano di fare il male, si convertano e cambino vita

Redazione online Ansa - CLAUDIO PERI
Pubblicato il 30-11--0001

"Mafia, camorra e ‘ndrangheta sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, trovano un terreno fertile per realizzare i loro deplorevoli progetti". Lo ha detto Papa Francesco ricevendo questa mattina in Vaticano la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. La vostra missione - è stato l'elogio di Francesco - è "indispensabile per il riscatto e la liberazione dal potere delle associazioni criminali, che si rendono responsabili di violenze e sopraffazioni macchiate da sangue umano".

Corruzione, estorsione, traffico di droga, armi e essere umani - ha aggiunto Papa Bergoglio - "sono autentiche piaghe sociali e, al tempo stesso, sfide globali che la collettività internazionale è chiamata ad affrontare con determinazione". Agli investigatori il Papa chiede di "dedicare ogni sforzo specialmente nel contrasto della tratta di persone e del contrabbando dei migranti: questi sono reati gravissimi che colpiscono i più deboli fra i deboli! E' necessario incrementare le attività di tutela delle vittime, prevedendo assistenza legale e sociale di questi nostri fratelli e sorelle in cerca di pace e di futuro".

Chi fugge dalla guerra - tuona il Papa - ha "diritto di trovare adeguata accoglienza e idonea protezione nei Paesi che si definiscono civili". E in tal senso "occorrono interventi educativi di ampio respiro, rivolti in particolare alle nuove generazioni". Famiglia e scuola in particolare devono "favorire una coscienza di moralità e di legalità orientata a modelli di vita onesti, pacifici e solidali che a poco a poco vincano il male e spianino la strada al bene. Si tratta di partire dalle coscienze, per risanare i propositi, le scelte, gli atteggiamenti dei singoli, così che il tessuto sociale si apra alla speranza di un mondo migliore".

La mafia "cultura di morte, è da osteggiare e da combattere: si oppone radicalmente alla fede e al Vangelo, che sono sempre per la vita. Quanti seguono Cristo hanno pensieri di pace, di fraternità, di giustizia, di accoglienza e di perdono". Il Pontefice ricorda le parrocchie di frontiera che "svolgono un encomiabile lavoro sul territorio, finalizzato alla promozione della gente, una promozione culturale e sociale volta a estirpare progressivamente dalla radice la mala pianta della criminalità organizzata e della corruzione. In queste iniziative, si manifesta altresì la prossimità della Chiesa a quanti vivono situazioni drammatiche e hanno bisogno di essere aiutati ad uscire dalla spirale della violenza e rigenerarsi nella speranza".

Chi combatte le mafie e il terrorismo lo fa a "rischio della vita" per questo - conclude Francesco - "chiedo a Dio di toccare il cuore degli uomini e delle donne delle diverse mafie, affinché si fermino, smettano di fare il male, si convertano e cambino vita. Il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi è denaro insanguinato e produce un potere iniquo, il diavolo entra dalle tasche". (Marco Mancini - Aci Stampa)

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