attualita

Papa Francesco: La fede non è strumento di potere. I martiri ce lo ricordano

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Troppi seguono Gesù per interesse. Ma non si deve trasformare la fede in potere. Che cosa può aiutare a non cadere in questa tentazione? La testimonianza dei martiri. Lo ha detto papa Francesco nella  Messa mattutina a Casa Santa Marta, come riferisce Radio Vaticana.

Il Pontefice, commentando il Vangelo del giorno in cui la folla cerca Gesù dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, ha messo in evidenza che Lo cerca non «per lo stupore religioso che ti porta ad adorare Dio» ma «per interesse materiale»: ecco, nella fede c’è il rischio di non comprendere la vera missione di Dio, ha osservato il Papa argentino: ciò avviene quando si approfitta di Gesù, puntando al potere.

«Questo atteggiamento si ripete nei Vangeli – ha proseguito - Tanti che seguono Gesù per interesse. Anche fra i suoi apostoli: i figli di Zebedeo che volevano essere primo ministro e l’altro ministro dell’economia, avere il potere. Quella unzione di portare ai poveri il lieto annuncio, la liberazione ai prigionieri, la vista ai ciechi, la libertà agli oppressi e annunciare un anno di grazia, come diviene scura, si perde e si trasforma in qualcosa di potere».

E dalla ricerca del potere si passa rapidamente all’ipocrisia, ha sottolineato Francesco. «Sempre c’è stata questa tentazione di passare» dallo stupore religioso «che Gesù ci dà nell’incontro con noi, a profittarne: questa anche è stata la proposta del diavolo a Gesù nelle tentazioni. Una sul pane, proprio. L’altra sullo spettacolo: “Ma facciamo un bello spettacolo così tutta la gente crederà in te”. E la terza, l’apostasia: cioè, l’adorazione degli idoli. E questa è una tentazione quotidiana dei cristiani, nostra, di tutti noi che siamo la Chiesa: la tentazione non del potere, della potenza dello Spirito, ma la tentazione del potere mondano. Così si cade in quel tepore religioso al quale ti porta la mondanità, quel tepore che finisce, quando cresce, cresce, cresce, in quell’atteggiamento che Gesù chiama ipocrisia».

Comportandosi così, ha denunciato il Papa, «si diventa cristiano di nome, di atteggiamento esterno, ma il cuore è nell’interesse», come dice Cristo: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati». Questa è la tentazione di «scivolare verso la mondanità – ha ribadito Papa Bergoglio - verso i poteri» e così «si indebolisce la fede, la missione, si indebolisce la Chiesa».

Però Dio fornisce una «sveglia»: «Il Signore ci sveglia con la testimonianza dei santi, con la testimonianza dei martiri, che ogni giorno ci annunciano che andare sulla strada di Gesù è quella della sua missione: annunciare l’anno di grazia. La gente capisce il rimprovero di Gesù e gli dice: “Ma cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?”. Gesù rispose loro: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che Egli ha mandato”, cioè la fede in Lui, soltanto in Lui, la fiducia in Lui e non nelle altre cose che ci porteranno alla fine lontano da Lui. Questa è l’opera di Dio: che crediate in Colui che Egli ha mandato, in Lui».

Francesco ha terminato l’omelia con una preghiera al Signore: «Che ci dia questa grazia dello stupore dell’incontro e anche ci aiuti a non cadere nello spirito di mondanità, cioè quello spirito che dietro o sotto una vernice di cristianesimo ci porterà a vivere come pagani». Vatican Insider

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA