PAPA FRANCESCO, I RELIGIOSI SIANO SERVI E NON MANAGER
Il Papa ha definito «sorprendente e misterioso» l'amore del Padre che 'ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci! È l’amore più alto e più puro, perché non è motivato da alcuna necessità'
«Quanti hanno la missione di guide nella Chiesa – sacerdoti, vescovi, papi – sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia». Lo ha detto Francesco al Regina Coeli, al termine della celebrazione durante la quale, in San Pietro, ha ordinato 19 nuovi preti. A sorpresa, Francesco ha chiamato due di loro ad affacciarsi con lui alla finestra del palazzo apostolico e ha voluto che dessero insieme a lui la benedizione.
Ricordando che questa domenica si celebra Gesù Buon Pastore, Francesco ha osservato: «Cristo, obbedendo liberamente alla volontà del Padre, si è immolato sulla croce. Allora diventa completamente chiaro che cosa significa che Egli è “il buon pastore”: ha offerto la sua vita in sacrificio per noi. Per questo è il buon pastore!».
In «aperta opposizione ai falsi pastori» - ha continuato il Papa - Gesù «si presenta come il vero e unico pastore del popolo: il cattivo pastore pensa a sé stesso e sfrutta le pecore; il pastore buono pensa alle pecore e dona sé stesso. A differenza del mercenario, Cristo pastore è una guida premurosa che partecipa alla vita del suo gregge, non ricerca altro interesse, non ha altra ambizione che quella di guidare, nutrire, proteggere le sue pecore. E tutto questo al prezzo più alto, quello del sacrificio della propria vita».
Il Papa ha definito «sorprendente e misterioso» l'amore del Padre che «ci ha dato tutto ciò che di più grande e prezioso poteva darci! È l’amore più alto e più puro, perché non è motivato da alcuna necessità, non è condizionato da alcun calcolo, non è attratto da alcun interessato desiderio di scambio. Di fronte a questo amore di Dio, noi sperimentiamo una gioia immensa e ci apriamo alla riconoscenza per quanto abbiamo ricevuto gratuitamente».
Ma contemplare e ringraziare, ha osservato Papa Bergoglio, «non basta», bisogna anche «seguire il Buon Pastore». In particolare, ha detto, «quanti hanno la missione di guide nella Chiesa – sacerdoti, vescovi, papi – sono chiamati ad assumere non la mentalità del manager ma quella del servo, a imitazione di Gesù che, spogliando sé stesso, ci ha salvati con la sua misericordia. A questo stile di vita pastorale di Buon Pastore sono chiamati anche i nuovi sacerdoti della diocesi di Roma, che ho avuto la gioia di ordinare questa mattina in San Pietro e due di loro si affacceranno per ringraziarvi per le vostre preghiere e per salutarvi!». I due nuovi preti si sono quindi affacciati alla destra e alla sinistra del Papa e hanno impartito insieme con lui, su sua richiesta, la benedizione finale.
«Maria Santissima - è stata la sua invocazione finale - ottenga per me, per i vescovi e per i sacerdoti di tutto il mondo la grazia di servire il popolo santo di Dio mediante la gioiosa predicazione del Vangelo, la sentita celebrazione dei sacramenti e la paziente e mite guida pastorale».
Dopo la recita della preghiera mariana, il Papa è tornato a esprimere la sua vicinanza «alle popolazioni colpite da un forte terremoto in Nepal e nei Paesi confinanti. Prego per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Abbiano il sostegno della solidarietà fraterna». Francesco ha voluto che i fedeli recitassero un'Ave Maria insieme a lui per le vittime e i sopravvissuti.
E ha quindi ricordato la beatificazione odierna di Maria Elisa Turgeon, fondatrice della Suore di Nostra Signora del Santo Rosario di San Germano, definendola «una religiosa esemplare, dedita alla preghiera, all’insegnamento nei piccoli centri della sua diocesi e alle opere di carità» e l'ha definita «modello di vita consacrata a Dio e di generoso impegno al servizio del prossimo». Infine, salutando i giovani venuti dalla Polonia per il primo anniversario della canonizzazione di Karol Wojtyla, il Papa ha riecheggiato la sua frase «con quella voce forte e santa che aveva: Aprite le porte a Cristo!». Vatican Insieder
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