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Papa Francesco: basta con le chiacchiere e le invidie

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«In una comunità cristiana la divisione è uno dei peccati più gravi, perché la rende segno non dell'opera di Dio ma dell'opera del diavolo». Papa Francesco ha dedicato la sua catechesi del mercoledì alla necessità di «unità» nella Chiesa e nelle comunità cristiane, con un forte richiamo a evitare «divisioni», alimentate anche da «chiacchiere, invidie, gelosie».



Dopo la pausa di luglio e dopo le prime due udienze generali di agosto nell'Aula Paolo VI, l'incontro settimanale con i fedeli di papa Francesco è tornato oggi in piazza San Pietro. Erano presenti circa 12mila persone. Francesco è arrivato sulla papamobile scoperta, per il giro tra la folla plaudente. Appena varcato l'Arco delle Campane, ha fatto fermare la jeep per scendere a salutare un bambino disabile. Di tanto in tanto ha chiesto soste per baciare e accarezzare altri bambini.





«Il primo conforto ci viene dal fatto che Gesù ha pregato tanto per l’unità dei discepoli – ha sottolineato – È la preghiera nell’Ultima Cena, Gesù ha chiesto tanto: “Padre, che siano uno”. Ha pregato per l’unità. E proprio nell’imminenza della Passione, quando stava per offrire tutta la sua vita per noi. È quello che siamo invitati continuamente a rileggere e meditare, in una delle pagine più intense e commoventi del Vangelo di Giovanni, il capitolo diciassette. Com’è bello sapere che il Signore, appena prima di morire, non si è preoccupato di se stesso, ma ha pensato a noi!».



«L'esperienza – ha messo in evidenza Francesco - ci dice che sono tanti i peccati contro l'unità della Chiesa: non pensiamo solo agli scismi, pensiamo anche a mancanze molto comuni nelle nostre comunità, a peccati “parrocchiali”», ha affermato nel corso dell'udienza generale. «A volte le nostre parrocchie - ha proseguito - chiamate a essere luoghi di condivisione, sono tristemente segnate da invidie, gelosie, antipatie. Le chiacchiere sono a mano di tutti – ha denunciato parlando a braccio - quanto si chiacchiera nelle parrocchie!». «È buono o non è buono? - ha quindi domandato ai fedeli - E se uno viene eletto presidente in quella associazione si chiacchiera contro di lui. Se l'altra viene eletta presidente della catechesi si chiacchiera contro di lei: ma questa non è la Chiesa, non si deve fare», ha aggiunto, applaudito dalla folla. «Non vi dico che vi tagliate la lingua, questo no - ha detto ancora il Papa - ma di chiedere al Signore la grazia di non farlo: questo è umano ma non è cristiano, questo succede quando puntiamo ai primi posti, quando puntiamo ai successi personali e giudichiamo gli altri, quando guardiamo ai difetti dei fratelli invece che alle loro doti, quando guardiamo a ciò che ci divide invece che a ciò che ci accomuna».



«Se guardiamo alla storia della Chiesa quante divisioni fra noi cristiani!», ha esclamato il Papa. «Anche adesso siamo divisi - ha aggiunto - Nella storia, come cristiani, abbiamo fatto la guerra fra noi per divisioni teologiche: pensiamo a quella dei trent'anni. Ma questo non è cristiano». «Siamo divisi anche adesso: dobbiamo chiedere l'unità di tutti i cristiani, quella che Gesù vuole, perché ha pregato per questo», è l’appello del Pontefice.

«Una volta, nella diocesi che avevo prima, ho sentito un commento interessante e bello», ha raccontato di nuovo a braccio Papa Bergoglio: «Si parlava di un'anziana che tutta la vita aveva lavorato in parrocchia. Una persona che la conosceva bene ha detto: “questa donna mai ha sparlato, mai ha chiacchierato, sempre era un sorriso”. Una donna così può essere canonizzata domani, è bello questo, un bell'esempio».



«Di fronte a tutto questo – ha richiesto Francesco - dobbiamo fare seriamente un esame di coscienza. La divisione in una comunità cristiana, sia  in una scuola, sia in una parrocchia, sia in un’associazione, ma dove sia, è un peccato gravissimo, perché è opera del Diavolo. Dio, invece, vuole che cresciamo nella capacità di accoglierci, di perdonarci e di volerci bene, per assomigliare sempre di più a Lui che è comunione e amore. In questo sta la santità della Chiesa: nel riconoscersi a immagine di Dio, ricolmata della sua misericordia e della sua grazia».

«Cari amici - ha concluso il Papa la sua catechesi - facciamo risuonare nel nostro cuore queste parole di Gesù: “beati gli operatori di pace perché saranno chiamati figli di Dio”. Chiediamo sinceramente perdono per tutte le volte in cui siamo stati occasione di divisione o di incomprensione all’interno delle nostre comunità, ben sapendo che non si giunge alla comunione se non attraverso una continua conversione. E che è la conversione? Ma, Signore, dammi la grazia di non sparlare, di non criticare, di non chiacchierare, di volere a tutti bene. È una grazia che il Signore ci dà. Questo è convertire il cuore, no? E chiediamo che il tessuto quotidiano delle nostre relazioni possa diventare un riflesso sempre più bello e gioioso del rapporto tra Gesù e il Padre».(Domenico Agasso - Vatican Insider)

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