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Papa Francesco a Sarajevo, minacce per la sua sicurezza

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

“Abbiamo determinate informazioni su possibili minacce alla sicurezza per la visita del Papa a Sarajevo”, rivela il ministro dell’Interno serbo.

“Ci sono minacce terroristiche contro il Papa per la sua visita a Sarajevo”, il 6 giugno prossimo. A lanciare l’allarme è Dragan Lukac, ministro dell’interno della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina (Republika Srpska), l’entità serba della Bosnia-Erzegovina. In un’intervista al Giornale, Lukac mette in guardia da possibili attacchi al pontefice, denunciando l’alta presenza di estremisti islamici in Bosnia.




“Abbiamo determinate informazioni su possibili minacce alla sicurezza per la visita del Papa a Sarajevo”, rivela il ministro dell’Interno serbo. Sono stati segnalati “alcuni commenti in rete sul fatto che il Papa non ha motivo di venire a Sarajevo”. Lukac, tuttavia, prova anche a rassicurare: “Sono certo – dice – che le forze di polizia della Bosnia saranno in grado di affrontare la questione e garantire la sicurezza della visita”.



Il rischio maggiore – spiega il ministro – è rappresentato dai foreign fighters della Bosnia-Erzegovina. “Si conoscono nomi e cognomi di 160 jihadisti, ma secondo le nostre informazioni sono più di 350, compresi i bosniaci che vivono nelle comunità dell’Europa occidentale”, dichiara il ministro serbo.




La maggior parte dei bosniaci che si arruolano nelle fila dell’Isis fa parte del battaglione “Mudzahiri Ensarije”, i combattenti favoriti da Allah in Siria. Ma il pericolo più grande è quello dei jihadisti di ritorno, determinati a trapiantare il terrore in patria. “Le enclave estremiste servono come centro di reclutamento”, dice Lukac. La Sipa (polizia bosniaca, ndr) è al corrente che si addestrano non alla luce del sole, ma nelle zone circostanti in mezzo ai boschi […]. Il pericolo è il ritorno dei combattenti dalla Siria dove sono pronti a morire per la guerra santa. Figuriamoci cosa possono combinare in Bosnia e la minaccia che rappresentano per l’Europa, Italia compresa”. (Huffington Post)

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