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Oggi i funerali di Franco Zeffirelli. L'intervista a padre Enzo: Quando mi affidai a Francesco e il santo mi miracolò...

Enzo Fortunato sanfrancesco.org
Pubblicato il 17-06-2019

Si svolgono oggi, 18 giugno, in Duomo a Firenze i funerali di Franco Zeffirelli, morto sabato a Roma a 96 anni.

A officiare il rito funebre è l'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori.

I funerali, ha poi reso noto la Fondazione Zeffirelli, si tengono alle 11 di martedì e prende parte al rito anche la Cappella musicale della cattedrale di Firenze diretta da Michele Manganelli.

Nel giorno delle esequie, come annunciato poi ieri dal sindaco Dario Nardella, a Firenze è proclamato lutto cittadino. I funerali nella cattedrale di Santa Maria del Fiore sono un'eccezione per le personalità laiche: l'ultima volta è stato per le esequie del poeta Mario Luzi, il 2 marzo 2005; in precedenza, il 7 novembre 1977, il rito funebre in Duomo era stato officiato per Giorgio La Pira, il 'sindaco santo' di Firenze. Il maestro riposerà nella cappella di famiglia del cimitero fiorentino delle Porte Sante, a San Miniato al Monte.

Riportiamo di seguito un'intervista del grande regista a Padre Enzo Fortunato, racchiusa nel libro Vado da Francesco: "Quando mi affidai a Francesco e il santo mi miracolò..."

Il capitolo di Vado da Francesco

[Madonna Povertà] dopo un sonno placidissimo e non appesantito da cibo né da bevanda, si alzò alacremente, chiedendo che le fosse mostrato il chiostro. [I frati] la condussero su di un colle e le mostrarono tutt’intorno la terra fin dove giungeva lo sguardo, dicendo: «Questo, signora, è il nostro chiostro».

L’Alleanza di santo Francesco con Madonna Povertà, 63, FF 2022

Probabilmente basta quella bellissima scena di Fratello sole, sorella luna – quando fa dire a Francesco, mentre si spoglia in piazza davanti al padre e al vescovo, «La nostra casa è il mondo» – a spiegare la profonda devozione che Franco Zeffirelli ha per il Santo d’Assisi. Devozione per san Francesco e grande rapporto con la comunità del Sacro Convento, che dura da tanti anni, ben prima che anch’io ne facessi parte.

Quello straordinario film risale, infatti, al 1972. Una devozione, quella del regista, che si è nutrita anche di un fatto particolare che avrebbe potuto avere conseguenze gravi per lui. Anni fa Zeffirelli – è lui stesso a ricordarlo – ebbe un terribile incidente stradale. Portava al collo una catenina con una medaglietta di san Francesco: «Mi ha salvato» così ha scritto su un libro che raccoglie, al Sacro Convento, testimonianze e messaggi dei pellegrini che vengono a trovarci. Qualche anno fa siamo andati invece noi – io e il Custode – a trovarlo nella sua casa, a Roma. Avevamo saputo infatti che stava attraversando un periodo di salute un po’ difficile.

La cosa curiosa, direi toccante, di questo incontro è stato un ribaltamento dei ruoli. Fu lui a incoraggiarci, dicendoci: «Mi raccomando, fate in modo che nessuno sporchi san Francesco, fate che si mantenga puro com’è per sempre». Il suo Fratello sole, sorella luna è il film su san Francesco – e ce ne sono stati tanti – che più torniamo a vedere ogni tanto. Ce n’è una copia nella videoteca del Sacro Convento. Ci colpisce la semplicità con cui Zeffirelli ha fatto passare il messaggio forte di Francesco. Gli abbiamo chiesto anche di pensare a una nuova edizione. Ci ha detto che ha già una bozza, ma i finanziamenti non ci sono.

Allora rivolgo un appello ai produttori cinematografici: fate un cinepanettone in meno e fate raccontare la storia infinita di Francesco oggi, in un mondo che lo cerca! Ogni anno, per le feste natalizie, Zeffirelli ci manda un suo cartoncino di auguri: «Un anno tutto d’oro», scritto con un pennarello color oro. Noi gli rispondiamo con: «Un anno tutto francescano, caro maestro».

Il nostro rapporto con lui è così spontaneo e anche informale che, più di una volta, riferendosi al mio ruolo di portavoce della comunità, mi ha detto: «Mi raccomando, fai parlare questo luogo!». Seguito da un sorriso. Il regista è stato anche uno degli ospiti dell’edizione 2008 della trasmissione per beneficenza Nel nome del cuore. A Carlo Conti parlò di quel film. Poi si fermò a pranzo con noi. Quando entrò al refettorio tutti i frati si alzarono per una «standing ovation». Non succede sempre per tutti i nostri ospiti, sempre graditi comunque. I frati sanno leggere dentro.

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