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Non è facile parlare di pace, di Flavio Lotti

Flavio Lotti EPA/IAN LANGSDON
Pubblicato il 30-11--0001

a chiaro: siamo tutti per la pace! Ma se si tratta di dedicargli un po’ di attenzione cominciano i problemi.

Non è facile parlare di pace. La vita che stiamo conducendo è piena di altre preoccupazioni. Non c’è spazio per la pace. E poi, che cos’è questa pace? Solo un sogno. Tanto la pace non c’è e non ci sarà mai. A che ci serve parlar di pace? È solo una perdita di tempo.

Non è facile parlare di pace. Sembra sempre che stai parlando d’altro, di qualcosa di poco importante. Sia chiaro: siamo tutti per la pace! Ma se si tratta di dedicargli un po’ di attenzione cominciano i problemi. C’è sempre qualcosa di più importante e di più urgente da fare. La pace non è un nostro problema.

Non è facile parlare di pace. Eppure è sempre più necessario perché la stiamo perdendo e non ce ne stiamo rendendo conto. All’individualismo, all’egoismo e alle ingiustizie che ci hanno trascinato in questa situazione si aggiunge il peso di una crisi che sembra non avere fine. E finiamo tutti per chiuderci in noi stessi, sempre più soli e indifferenti. Non sappiamo più dove stiamo andando, non ci fidiamo più di nessuno e non crediamo più a nulla.

Non è facile parlare di pace, ma dobbiamo ritrovare il coraggio di farlo oggi perché domani sarà ancora più difficile. La pace si costruisce e si difende innanzitutto quando ce l’abbiamo. Il giorno in cui l’avremo persa del tutto sarà molto più difficile, faticoso e doloroso. La pace va percorsa, a partire dai luoghi in cui viviamo. Non è facile parlare di pace e di fraternità a chi non ha mai vissuto la guerra e per tanto tempo ha creduto di dover pensare solo a se stesso. Eppure questo è il tempo in cui dobbiamo imparare a fare cose difficili.

Come fece san Francesco parlando di povertà a chi affondava nella ricchezza, facendo la pace con il lupo, invitando a pranzo i ladroni, andando incontro al Sultano nemico. Come disse Gianni Rodari: Bambini, imparate a fare le cose difficili: dare la mano al cieco; cantare per il sordo; liberare gli schiavi che si credono liberi.

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