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Nelle periferie di Taranto con i frati minori conventuali

Gelsomino Del Guercio
Pubblicato il 22-07-2018

TARANTO - Si trova in uno dei quartieri più difficili di Taranto ed è animata da un gruppo di frati minori conventuali che ha deciso di investire nel sociale per dare una scossa e una speranze ai residenti.

Siamo nel quartiere Paolo VI a nord-est di Taranto, non lontano dai fumi dell'Ilva. Qui i frati della parrocchia "San Massimiliano Kolbe" operano da 21 anni, dal 1987, quando l'allora vescovo Motolese fece edificare una prima chiesetta.



LA CHIESA

Motolese ebbe l'intuizione di portare l'allegria e l'ottimismo dei frati in questa zona degradata dove disoccupazione e delinquenza sono due mali che non si riescono ad estirpare.

Il convento è eretto il 16 giugno 1994 sempre con il titolo di "San Massimiliano Kolbe". La chiesa invece sarà ricostruita due volte: l'ultima volta è stata consacrata il 5 ottobre 2014 dall’arcivescovo monsignor Santoro.

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LE RELIQUIE

Al suo interno i frati custodiscono con grande cura, nel piccolo sepolcro posto sotto l’Altare, un’urna trasparente in cui sono depositate e sigillate, con un apposito verbale di documentazione, le sacre reliquie di San Massimiliano Kolbe e di Sant’Antonio di Padova, due santi molto venerati da queste parti.

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I GRUPPI

I tre frati che coordinano le attività della parrocchia, che si rivolge ad una popolazione di circa 6-7mila persone, sono Padre Giovanni Iuliani, Padre Salvatore Santomasi, e Padre Giuseppe Maria Rolli.

Oltre alle missioni popolari ed una intensa attività di carità e solidarietà, con la Caritas Parrocchiale, i frati sono riusciti ad organizzare ben dieci gruppi: catechisti, Ordine Francescano Secolare, Milizia dell'Immacolata, Scout, Famiglia, Ministranti, Neocatecumenali, volontari "San Cataldo", l'Ora di Gesù, riordino e decoro della chiesa.


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