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La storia del piccolo Aylan, il bimbo di tre anni morto sulla spiaggia

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Aveva tre anni. Ed era nato a Kobane, nel nord della Siria. Scappava da una guerra che ha ridotto in polvere la sua città e ucciso migliaia di suoi compagni di giochi. Aylan Kurdi. Secondo i media turchi, è questo il nome del bambino morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Europa, la cui immagine ha fatto il giro del mondo.

Un orsacchiotto bianco

Aylan, sempre secondo i giornali turchi ripresi poi dai principali quotidiani internazionali come il Guardian, è morto insieme al fratello Galip, 5 anni. Su Twitter sono circolate anche delle immagini dei due bambini, vivi e sorridenti. In mezzo a loro un orsacchiotto bianco. E tanti, tantissimi sono stati i messaggi di dolore arrivati da tutto il mondo. I quotidiani britannici sono quelli che più hanno insistito sull’atrocità della condizione dei migranti, costretti a tentare il tutto per tutto pur di salvarsi dalla guerra, mentre l’Europa chiude loro le porte in faccia. Ma la notizia è poi rimbalzata in tutto il mondo.


Da Kobane al Canada

Un attivista anti Isis di Raqqa, Abdalaziz Alhamza su Twitter ha scritto che la madre di Aylan e Galip sta bene, era ad Atene e ora è tornata sull’isola di Mytilene, il suo terzo figlio sta bene. Si tratta però di informazioni che non sono verificate. Altri media riportano invece che tutta la famiglia, compresa la madre di nome Rehan, sia morta durante la traversata. Un quotidiano canadese, Ottawa Citizen, spiega come la zia di Aylan, Teema Kurdi, che ora vive in Canada, sia stata contattata dal padre del bambino, sopravvissuto alla traversata, che le ha dato la notizia della morte dei figli e della moglie. Teema avrebbe tentato invano di far ottenere il visto alla famiglia per trasferirsi in Canada. Ma la richiesta sarebbe stata rifiutata in giugno. Secondo l’agenzia di stampa turca Dogan in quella traversata, tra Kos e Bodrum, insieme ad Aylan, sono morte 12 persone.

Poche informazioni dunque, sulla storia di quel bambino, la cui immagine ha scosso il mondo interno. Quel che è certo è che quel corpo, piccolo, piccolissimo, con la maglietta rossa, e il viso riverso nella sabbia, è stato raccolto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, punto di passaggio di migliaia di rifugiati che da quel tratto di mare passano per raggiungere le isole greche come Kos, da cui poi tentano di continuare il viaggio verso il nord Europa. (Corriere)

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