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La Santa Casa di Loreto, tra leggenda e storia

Antonio Tarallo http://www.santuarioloreto.it
Pubblicato il 11-09-2018

Alla scoperta di uno dei siti mariani più visitati

Tanti i luoghi mariani, in Italia e all’estero. Santuari, punti di aggregazione, luoghi dove le apparizioni hanno avuto la loro storia, ufficialmente decretate dalla Chiesa, e altri, in via di osservazione, come sappiamo. Il nome di Maria, da sempre, è stato legato a uno spazio geografico, quasi come – in fondo –  a ergersi a una sorta di  legame con la vita terrena,  legame con la quotidianità, per poter essere sempre meglio presente in noi. Anche a distanza di svariati secoli, lei, Maria in continuo “collegamento” con il Presente. Il luogo, quale esso sia, già per sua definizione, è un ancorare “qualcuno” a “qualcosa”.  E, noi, proprio grazie a quel determinato luogo, possiamo meglio accostarci a chi quel luogo lo ha vissuto. A chi in quel luogo, ha respirato.

Il caso – perché forse si potrebbe davvero trattare di “caso” – della dimora di Loreto, denominata “La santa casa”, è davvero speciale. Ha, da sempre, affascinato e catalizzato l’attenzione di studiosi di mariologia, di uomini e donne di fede, di semplici curiosi e – ovviamente – scettici. La tradizione ci dice che le mura che vediamo, oggi, sorgere a Loreto (vicino Ancona), in piazza della Madonna  (al termine della via Lauretana), ha avuto un “cammino” non certamente semplice. Diverse sono state le località dove la Santa casa ha avuto modo di “sostare”. Partiamo dal principio, come nelle migliori favole.

La tradizione

Maggio 1291. Nazareth e tutta la Palestina si trovano sotto il dominio dei Turchi. Secondo la tradizione, alcuni angeli prelevarono la Santa Casa e la portarono via in volo, lasciandola, il 10 maggio 1291, a Tersatto (un quartiere della città di Fiume, in Croazia). Ma il luogo non era sicuro, ed allora, ecco ritornare gli angeli. Nuovo viaggio. Questa volta, verso Ancona, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa di Santa Maria Liberatrice di Posatora, il cui nome deriva proprio da questo evento: posa-et-ora, fermati e prega. Qui restò per nove mesi. Ma gli angeli la spostarono nuovamente, per posarla, poi, nei pressi di Porto Recanati, e precisamente in località "Banderuola". Ancora qui, oggi, sorge una chiesetta in ricordo del prodigioso evento. Lì c'era un boschetto, proprietà di una nobildonna di Recanati. Il nome di questa nobildonna è fondamentale per aver dato il nome della stessa località: Loreta, così si chiamava. Da questo fatto, possiamo ricollegare ciò che i pellegrini dicevano: "Andiamo dalla Madonna di Loreta". E fu proprio in quella piccola oasi verde di Donna Loreta, che — così la leggenda tramanda — alcuni pastori videro una luce abbagliante uscire dalle nubi. Quella luce era lì, ad illuminare la Santa casa. Ma, non è ancora finita, quella che potrebbe definirsi una sorta di “favola”. La casa, troppo vicino al mare, era esposta ai pericoli delle incursioni turche. Fu così che la Casa venne nuovamente spostata dagli angeli su un terreno di proprietà di due fratelli, i conti Simone e Stefano Rinaldi di Antici, che però cominciarono a speculare sullo straordinario ritrovamento. Dopo soli quattro mesi, gli angeli portarono via le mura, e nel dicembre del 1296, e la collocarono al centro della strada che da Recanati va al porto, dunque in un luogo pubblico, che nessuno avrebbe potuto reclamare e sfruttare, sulla cima del monte Prodo. Ed è proprio del 1296, una testimonianza importanza di questa Casa. La dobbiamo ad un eremita, fra’ Paolo della Selva. Fu lui a riferire alle autorità ecclesiali, il racconto della sua visione. Leggiamo da una cronaca del 1465 (a sua volta presa da una vecchia ‘tabula’ del 1300) queste preziose parole:

“L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret. E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri… Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa”.

Cosa sappiamo oggi della storia della Santa Casa

In base a nuove indicazioni documentali, come i risultati degli scavi archeologici a Nazaret e nel sottosuolo della Santa Casa (1962-65), e importanti studi filologici e iconografici, si va sempre più confermando questa ipotesi: le pietre della Santa Casa furono trasportate a Loreto grazie a una nave, e il viaggio fu una iniziativa della nobile famiglia Angeli, che regnava sull'Epiro. La famiglia “Angeli”, scoperta la leggenda. Un documento del settembre 1294, da poco tempo rinvenuto, attesta, infatti, che Niceforo Angeli, despota dell'Epiro, nel dare la propria figlia, Ithamar, in sposa a Filippo di Taranto (quartogenito di Carlo II d'Angiò, re di Napoli), aveva dato in dote alcuni beni. Fra questi, “le sante pietre portate via dalla Casa della Nostra Signora la Vergine Madre di Dio”. Infatti, in queste pietre, sono state ritrovate cinque croci di stoffa rossa di crociati o, più probabilmente, di cavalieri di un ordine militare che nel medioevo difendevano i luoghi santi e le reliquie.

Meta di pellegrinaggio

Fin dall’inizio del Trecento fu già meta di pellegrinaggio. Il flusso nei secoli XV e XVI diventò enorme, fino ad indurre nel 1520 papa Leone X ad equiparare il voto dei pellegrini del Santuario di Loreto a quello di Gerusalemme. Il prodigio eclatante della traslazione della Santa Casa attirò anche, a partire dal secolo XV, la peregrinazione di re e regine, principi, cardinali e papi, che lasciarono doni o ex voto per grazie ricevute.

Ancora una volta, un luogo mariano, ad essere crocevia di infinite storie, di biografie più o meno importanti della Storia, di preghiere e canti, di devozione popolare e di illustre visite di pontefici. Una, fra tante – e non poteva essere altrimenti, visto il suo pontificato “totus” mariano –  quella di San Giovanni Paolo II che descrisse la Santa Casa di Loreto come “il primo Santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e vero cuore mariano della cristianità”.


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