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PAPA FRANCESCO: RIDARE DIGNITA' LAVORO. UE SUPERI SUE PAURE

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

L’incontro con la ex padrona di casa

Quattro ore sull’aereo e quattro ore a Strasburgo, divise in due appuntamenti molto impegnativi: la visita al Parlamento Europeo e quella al Consiglio d’Europa e in ciascuno dei due emicicli un importante discorso. Un «tour de force» senza precedenti («una giornataccia» scherza Francesco sull’aereo in volo da Fiumicino) che caratterizza il viaggio pontificio più breve della storia. In aereo Papa Francesco ha salutato così i giornalisti: «Ringrazio voi, questa compagnia. Spero che non sia troppo faticoso: poco tempo, troppe cose, ma nel rientro potremo parlare un po’». «Vi auguro una bella giornata, una giornataccia», dice agli inviati con un po’ d’ironia.



La bandiera del Vaticano, gli inni e il regalo

Atterrato a Strasburgo, il Pontefice è stato accolto dal vice presidente del parlamento europeo Davide Sassoli e Antonio Tajani. Bergoglio è sceso a piedi dalla scaletta e si è avviato sempre a piedi verso l’edifico dell’aeroporto. Poi al Parlamento europeo ha trovato il presidente dell’Aula, Martin Schulz, e una piccola folla all’ingresso dell’edificio principale. L’Eurocorps, la forza multinazionale che fa capo alla Ue, con una breve cerimonia ha innalzato la bandiera dello Stato della Città del Vaticano accanto a quella dell’Unione europea e sono stati suonati i due inni. Bergoglio ha poi firmato l’albo d’onore degli ospiti illustri: «Auguro che il Parlamento Europeo sia sempre più la Sede dove ogni membro conosca e faccia sì che l’Europa, consapevole del suo passato, guardi con fiducia al futuro, per vivere con speranza il presente. Franciscus 25.11.2014», ha scritto. Schulz gli ha poi regalato un libro in spagnolo sulle memorie di Jean Monnet, uno dei padri fondatori dell’Europa: «Un esemplare unico - ha detto il presidente del Parlamento parlando in francese -. Ero un libraio di professione, regalo sempre libri».

La burocrazia, la dignità, il lavoro

«I grandi ideali che hanno ispirato l’Europa sembrano aver perso forza attrattiva, in favore dei tecnicismi burocratici. Si ricava un’impressione generale di stanchezza e di invecchiamento, di un’Europa nonna e non più fertile e vivace». Così Papa Francesco nel suo discorso al Parlamento europeo a Strasburgo. «Nel corso degli ultimi anni - ha detto il pontefice - accanto al processo di allargamento dell’Unione europea è andata crescendo la sfiducia dei cittadini nei confronti di istituzioni ritenute distanti, impegnate a stabilire regole percepite come lontane dalla sensibilità dei singoli popoli, se non addirittura dannose». «Si constata con rammarico - ha continuato il pontefice - un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico». Poi, rivolgendosi agli eurodeputati, ha aggiunto: «Voi siete chiamati a una missione grande benché possa sembrare inutile: prendersi cura della fragilità dei popoli e delle persone». Poi il passaggio sulla dignità: «Cè uno stretto legame tra dignità’ e trascendente. La dignità è una parola chiave che ha contrassegnato la ripresa nel secondo dopoguerra». «Effettivamente - ha continuato Bergoglio - quale dignità esiste quando manca la possibilità di esprimere liberamente il proprio pensiero o di professare senza costrizione la propria fede religiosa? Quale dignità è possibile senza una cornice giuridica chiara, che limiti il dominio della forza e faccia prevalere la legge sulla tirannia del potere? Quale dignità può mai avere un uomo o una donna fatto oggetto di ogni genere di discriminazione? Quale dignità potrà mai trovare una persona che non ha il cibo o il minimo essenziale per vivere e, peggio ancora, il lavoro che lo unge di dignità?». Le parole del pontefice sono accolte da un applauso dell’emiciclo.

Radici cristiane antidoto a estremismi

Un’Europa «che sia in grado di fare tesoro delle proprie radici religiose, sapendone cogliere la ricchezza e le potenzialità», può essere «più facilmente immune dai tanti estremismi che dilagano nel mondo odierno, anche per il grande vuoto ideale a cui assistiamo nel cosiddetto Occidente», ha detto ancora il Papa. Un sentito applauso ha accolto poi il passaggio del discorso del Papa in cui ha condannato il «vergognoso silenzio» sulle «discriminazioni» e sulle «barbare violenze» contro le comunità cristiane nel mondo, in cui le persone vengono «uccise, decapitate, bruciate vive».

La famiglia, l’eutanasia e l’aborto

«La famiglia unita, fertile e indissolubile porta con sé gli elementi fondamentali per dare speranza al futuro - ha proseguito il Papa -. Senza tale solidità si finisce per costruire sulla sabbia, con gravi conseguenze sociali». Nel mondo di oggi «l’essere umano rischia di essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di consumo da utilizzare». E se «la vita non è funzionale a tale meccanismo viene scartata senza troppe remore». Con questa denuncia Papa Francesco ha affrontato al Parlamento Europeo i temi più sensibili dell’etica, ponendo al centro del suo lungo discorso le vite che vengono scartate, ha detto, «come nel caso dei malati terminali, degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere».

Migranti: «Mediterraneo non sia cimitero: agire su cause non su effetti»

È necessario affrontare insieme la questione migratoria. Non si può tollerare che il Mar Mediterraneo diventi un grande cimitero!». «Sui barconi che giungono quotidianamente sulle coste europee ci sono uomini e donne che necessitano di accoglienza e di aiuto - ha sottolineato Bergoglio -. L’assenza di un sostegno reciproco all’interno dell’Unione Europea rischia di incentivare soluzioni particolaristiche al problema, che non tengono conto della dignità umana degli immigrati, favorendo il lavoro schiavo e continue tensioni sociali». L’Europa, ha proseguito, «sarà in grado di far fronte alle problematiche connesse all’immigrazione se saprà proporre con chiarezza la propria identità culturale e mettere in atto legislazioni adeguate che sappiano allo stesso tempo tutelare i diritti dei cittadini europei e garantire l’accoglienza dei migranti; se saprà adottare politiche corrette, coraggiose e concrete che aiutino i loro Paesi di origine nello sviluppo socio-politico e nel superamento dei conflitti interni - causa principale di tale fenomeno - invece delle politiche di interesse che aumentano e alimentano tali conflitti». «È necessario - ha aggiunto - agire sulle cause e non solo sugli effetti».

Messaggio di speranza e incoraggiamento

«Desidero indirizzare a tutti i cittadini europei un messaggio di speranza e di incoraggiamento». Lo ha affermato Papa Francesco nel discorso pronunciato all’Europarlamento di Strasburgo, sottolineando che il suo invito alla speranza è «basato sulla fiducia che le difficoltà possano diventare promotrici potenti di unità, per vincere tutte le paure che l’Europa, insieme a tutto il mondo, sta attraversando». «Speranza - ha spiegato - nel Signore che trasforma il male in bene e la morte in vita. E incoraggiamento - ha detto Bergoglio ai deputati europei - di tornare alla ferma convinzione dei Padri fondatori dell’Unione europea, i quali desideravano un futuro basato sulla capacità di lavorare insieme per superare le divisioni e per favorire la pace e la comunione fra tutti i popoli del continente».

Schulz: «Sfide comuni per Ue e chiesa»

L’Unione europea e la chiesa hanno «sfide comuni» e condividono «valori come la tolleranza, il rispetto, l’uguaglianza, la solidarietà e la pace», ha detto il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz nel discorso alla plenaria del Parlamento europeo prima di dare la parola a papa Francesco. Poi ha ricordato che sono passati «26 anni dalla visita di Giovanni Paolo II» il cui discorso «fu una pietra miliare per la caduta del Muro». «Lei è un esempio per tutti noi», ha aggiunto riferendosi al pontefice.

L’incontro con la ex padrona di casa

Papa Francesco, nel corso della sua visita al Parlamento europeo a Strasburgo, ha incontrato anche Helma Schmidt, una donna tedesca che l’aveva ospitato quando il futuro pontefice studiava a Boppard, in Germania, nel 1985. La donna, ora 97enne, si è intrattenuta brevemente con il Santo padre. La signora Schimdt aveva ospitato il 48enne Bergoglio nella propria abitazione, durante i suoi studi al Goethe Institut. (Corriere)

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