attualita

Ius soli: Minniti, fare di tutto per approvarlo ora

Redazione online Andrea Cova
Pubblicato il 17-09-2017

"Io penso che noi dobbiamo fare di tutto per approvare lo Ius soli in questa legislatura, penso che ci sono le condizioni per costruire una maggioranza parlamentare, dobbiamo fare una battaglia politica e culturale, non c'e' un rapporto tra gli sbarchi e lo ius soli, sono cose profondamente differenti, lo lo ius soli è per "uno che e' nato in Italia e ha fatto almeno un ciclo di scuole, questo riguarda i figli di immigrati regolari che sono nati qui e hanno fatto ciclo di studi". Lo ha detto il ministro dell'Interno Marco Minniti ad Assisi. (ANSA)

La comunità internazionale "ha responsabilità molto severe" su quel che è accaduto in Libia: "è stato fatto un intervento militare senza porsi minimamente il problema di quel che avveniva dopo". Lo ha ribadito il ministro dell'Interno Marco Minniti ad Assisi al 'Cortile di Francesco', sottolineando che "se adesso qualcuno si occupa della Libia per cercare di stabilizzare il paese, non può essere considerato un pericoloso estremista". L'Italia continuerà dunque ad interessarsi dei problemi della Libia e delle migliaia di migranti che da quel paese tentano di partire per l'Europa. "Una democrazia non insegue i fenomeni ma li governa. Noi abbiamo un fenomeno epocale dall'altra parte del Mediterraneo e io - dice ancora Minniti - lo devo governare perché non posso lasciare le chiavi delle democrazie italiana ed europee ai trafficanti di esseri umani". E a chi critica l'azione italiana perché migliaia di persone restano bloccate in Libia, il ministro risponde così: la Libia "non ha mai firmato la convenzione di Ginevra del 1951. Da allora sono passati 66 anni. Posso chiedere di chi sono le responsabilità? Di chi per 66 anni non ha visto, o di chi in questi mesi ha riportato Unhcr e Oim ad operare in Libia?". (ANSA).

Quando l'Italia dimostrerà di saper sconfiggere i trafficanti e gestire i flussi, "dovremo abolire la Bossi-Fini, a quel punto dovremo pensare ad una gestione dei flussi legali". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Marco Minniti, parlando di migranti ad Assisi. "Dobbiamo cancellare la parola emergenza: voglio che il tema non sia affrontato in termini emergenziali, penso che l'emergenza sia populista e la visione dei problemi sia riformista". (ANSA)

A Lampedusa non c'è nessuna situazione di emergenza. Lo dice il ministro dell'Interno Marco Minniti da Assisi, rispondendo al sindaco dell'isola Totò Martello. "In questo momento a Lampedusa ci sono 187 migranti, uno dei numeri più bassi della storia degli ultimi anni. Se il sindaco vuole incontrarsi con me per come garantire al meglio la sicurezza dell'isola - aggiunge Minniti - lo incontro senza nessun problema, ma se guardiamo ai numeri non c'è una situazione che sta sfuggendo di mano". Dietro c'è piuttosto il tema della paura, "ma di fronte ad una persona che ha paura quale è l'atteggiamento giusto? Biasimarla? Si alzerebbe il muro dell'incomunicabilità. Se voglio affrontare il tema della paura devo stare accanto a chi ha paura, devo ascoltare chi ha paura. C'e' chi vuole stare vicino chi ha paura per tenerlo incatenato alle sue paure; io voglio stare accanto a chi ha paura per liberarlo dalle paure. Il rischio altrimenti è non parlare ad una parte grande della democrazia mondiale e lasciarla nelle mani degli apprendisti stregoni: basta solo vedere cosa sta accadendo nel mondo". (ANSA).

Ministro Minniti incontra Ravasi ad Assisi: «Accoglienza punto cruciale in una democrazia»

«L’Italia è un paese che ha accolto e che in queste ore, mentre noi parliamo, sta accogliendo e continuerà ad accogliere».

Dalla Basilica Superiore di San Francesco si chiude di fatto il Cortile di Francesco con il confronto “Genti del Mediterraneo” tra il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontifico Consiglio per la Cultura e il ministro degli Interni Marco Minniti. Non fa giri di parole il giornalista Corrado Formigli, a cui è affidata la moderazione, che subito chiede spiegazioni sulla posizione attuale del Governo sulla questione migranti.

«Abbiamo a che fare con un fenomeno epocale che ci ha accompagnato negli anni passati e che ci accompagnerà anche nel futuro – risponde Minniti -  Il punto fondamentale non è il realismo politico, ma è come una democrazia affronta queste grandi questioni». Lo fa, spiega «con l’obiettivo di non inseguire i fenomeni, ma di governarli e sapendo che tutto questo comporta due giganteschi problemi. Il primo: non posso lasciare le chiavi delle democrazie italiane ed europee ai trafficanti di esseri umani». E strappa il primo applauso della platea.

«E’ quello che abbiamo cercato di fare sapendo che ci misuriamo con la Libia, che oggi è un paese esclusivamente di transito. Il 97 per cento dei migranti arrivati in Italia vengono dalla Libia, ma non c’è un libico». Minniti rivela che è il Bangladesh il secondo paese da cui si muovono i flussi maggiori.

«Questo vuol dire – aggiunge -  che abbiamo a che fare con un traffico mondiale di essere umani. Qualcuno che parte da Dacca e immagina di arrivare in Europa pensando di passare attraverso il confine meridionale della Libia, poi risale il deserto del Sahara, arriva a Sabrata e con i gommoni arriva in Italia».

«Abbiamo a che fare con qualcosa di più complesso che, naturalmente, riguarda i grandi flussi demografici ma anche una gestione criminale senza scrupoli. L’obiettivo che dobbiamo darci è sconfiggere questa gestione criminale».

Sul secondo punto: «governare i flussi significa, per esempio, stabilire che c’è una capacità, quella dell’accoglienza - e il cardinal Ravasi ha detto parole da questo punto di vista per me inarrivabili - che è un punto cruciale fondamentale in una democrazia. L’Italia è un paese che ha accolto e che in queste ore, mentre noi parliamo, sta accogliendo e continuerà ad accogliere».

Accoglienza e integrazione, due concetti che Minniti tiene a collegare ma con un limite.

«Possiamo ragionare su un principio in cui l’accoglienza non sia collegata ad un altro tema e cioè quello dell’integrazione. Noi guardiamo in maniera evidente a ciò che sta avvenendo e che è avvenuto in Europa. Noi abbiamo una sfida drammatica di un terrorismo di integralismo religioso che ha finora avuto i suoi principali soldati, in Europa, che non venivano dall’Iraq o dalla Siria, ma erano figli dell’Europa e quelli che hanno fatto gli attentati da Charlie Ebdo in poi non erano persone che tornavano indietro dalla guerra, ma erano figli dell’Europa. Erano figli di una mancata integrazione».

Come Ministro dell’Interno Minniti ha chiara la sua idea di sicurezza. «Sono il Ministro dell’Interno e devo essere pensoso del futuro di sicurezza del mio paese, del suo presente di sicurezza e devo tenere presente un principio, cioè che la sicurezza deve avere un limite nella capacità di integrazione. Se io non tengo presenti questi due aspetti, finisco per essere poco pensoso del presente e del futuro del mio paese».

Il diritto di chi accoglie e di chi è accolto. «Un paese, quando gestisce l’accoglienza, deve tener conto di due punti fondamentali: il diritto di chi è accolto e di chi accoglie. Una democrazia che ascolta soltanto o tiene conto di uno solo dei due diritti è una democrazia che non sta in un giusto equilibrio».

«Ma al principio di umanità – garantisce il ministro dalla casa di Francesco - l’Italia non rinuncerà mai». (Emiliano Amato)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA