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In dialogo con Padre Mario da França Miranda, Teologo e vincitore del Premio Ratzinger

Redazione Youtube - arqrio
Pubblicato il 20-10-2017

di Annamaria Puri Purini

Padre Mario da França Miranda ci può parlare della Chiesa di oggi ?
Attraversiamo un periodo di grandi cambiamenti nel mondo e affinché la Chiesa possa continuare a essere Chiesa, cioè annunciare alla società la salvezza di Gesù Cristo, deve usare strumenti e un linguaggio che sia compreso da tutti e siccome nel corso della storia il linguaggio e i problemi sono cambiati spesso, ecco che la Chiesa si deve adattare e cambiare sempre per continuare a essere una Chiesa, percepita dalla società come Chiesa e non come un reperto di un museo, non chiusa nel suo passato ma qualcosa di attuale. Nella società di oggi le difficoltà vengono da quello che noi chiamiamo il pluralismo, in passato, l’Europa aveva una stessa cultura cristiana rivolta a evangelizzare e coinvolgere altri popoli ed altre culture, ma sempre partendo da una cultura omogenea e unica. Oggi il mondo è diventato pluralista, la diversità si trova ormai a casa nostra e questo riguarda anche le famiglie, da una generazione all’altra e il lavoro della Chiesa è diventato più difficile, perché non c’è una cultura basica comune e un linguaggio capito da tutti.

Che cosa caratterizza la società di oggi ?
Certamente Il fattore economico, tutto il resto è relativo e cioè la cultura, lo sport, il divertimento, l’arte, tutto è contraddistinto dal valore di mercato e con ciò tutto è diventato uguale non esistono dei valori basici sui quali costruire la propria vita come un tempo ad esempio l’onesta’, la correttezza del comportamento e simili. La società attuale, senza quei principi, lascia l’individuo senza riferimenti, senza bussola, senza orientamenti, la società attuale ci dice solo di lavorare, di guadagnare soldi e di consumare. Questo non è un incentivo per la vita. Diventiamo pezzi di una grande macchina di produzione, se ci ammaliamo, siamo scartati e un altro occupa il nostro posto, oppure siamo licenziati. E siccome la società non offre valori, l’individuo vede in questo modo di guadagnare soldi e di vivere, l’unico obiettivo. Ecco cosa caratterizza la società, oggi. L'importante è produrre, guadagnare soldi ed essere felici. Questa è la grande sfida per la Chiesa oggi. L’individualismo é molto diffuso in America, in Europa, anche in Brasile e porta a delle conseguenze sociali, anche a livello di nazioni, l’importante è produrre soldi e diventare ricchi anche se si é in pochi. In questa situazione il linguaggio tradizionale della Chiesa sembra molto difficile da applicare e il Papa l’ha capito.

I motivi per i quali il Papa è diventato il punto di riferimento del mondo attuale?
Egli riesce a parlare a tutti, cattolici e protestanti e individui di ogni religione e provenienza lo ammirano. L’essere umano è secondario oggi e il Papa l’ha capito. La produzione del capitale ha messo l’essere umano in secondo piano. Si sacrificano vite per produrre armi che danno soldi, droghe che producono soldi, false guerre per utilizzare queste armi. Tornando al Nuovo Testamento e leggendo i Vangeli sinottici si capisce che la grande preoccupazione di Gesù era l’essere umano, non ha dato molta importanza a quello che noi chiamiamo religione, religiosità, riti e rispetto per il sabato, il tempio, l’importante, il sacro, era per lui l’essere umano ed il Papa l’ha capito e sta lottando per l’essere umano. Ciò che è in gioco oggi giorno é l’essere umano. Siamo arrivati a un punto in cui sono uccise cinquantamila persone come se fossero formiche senza che nessuno vi dia molta importanza. Il Papa si esprime attraverso gesti. Quando è andato a Lampedusa in Italia, come suo primo viaggio, ha voluto far capire che gli emigranti sono degli esseri umani e che ognuno di loro é importante. E’ un linguaggio che tutti capiscono, come tutti hanno colto il linguaggio di madre Teresa di Calcutta.

l Papa come pastore d’anime ?
Credo che l’umanità o per lo meno la parte più sana dell’umanità, più cosciente, più responsabile, veda nel Papa qualcuno che sta cercando di lottare per salvare l’essere umano, ed é qui la sua forza, nessun leader, di nessun Paese, ha questa preoccupazione, sono tutti limitati dal fattore economico, dalla necessità di trionfare “Se no rimaniamo indietro, non produrremo, non saremo rieletti, non saremo felici”. Sono tutti sotto pressione. Il Papa invece é libero, non ha questa preoccupazione. Per esempio perché i vescovi americani, almeno in parte, sono contrari al Papa? Perché, essi dipendono dal grande capitale cattolico americano, ma quando il Papa osserva che quel sistema economico produce povertà, ecco che si sentono minacciati dalle critiche del Papa e allora dicono che il Papa va troppo lontano, sta esagerando. Ecco credo che il Papa abbia indovinato perfettamente. Non è un teorico, Papa Benedetto é un grande teologo, il suo pensiero è di enorme profondità e universalità, anche Giovanni Paolo II, con tutti i suoi studi filosofici. Papa Francesco ha un grande vantaggio sugli altri, ha una grande esperienza pastorale. Nella periferia di Buenos Aires ha incontrato esseri umani dentro i loro limiti. Ecco l’esperienza che ha portato in Vaticano. L’essere umano, non dal punto di vista generale, ma come individuo a sé stante, che ha poco spazio per essere libero, ha problemi per far crescere i figli, per la casa, soprattutto le classi più povere e penso quindi che egli abbia questa capacità, e chi soffre, i più poveri, le minoranze, se ne accorgono, capiscono di essere comprese. Io stesso ho poca esperienza pastorale, ma quel poco che ho mi ha aiutato molto, se avessi avuto una maggiore esperienza pastorale, la mia teologia sarebbe più incarnata, più diretta.

L' Asia e l’Africa una speranza per il futuro della Chiesa ?
Credo che il Cristianesimo, sia diventato una religione di dottrina, troppo intellettualizzata, lo disse anche Kant, la religione come un sistema di pensiero, ogni cosa al suo posto, una summa teologica, e questo ha tolto un alla fede la sua dimensione sensitiva, mistica è diventata un argomento riservato a pochi specialisti, dei virtuosi. Questa è una caratteristica dell’Occidente, dove si intellettualizza troppo, dove esiste questa grande capacità di scrivere, di teorizzare. Credo che l’Africa e l’Asia abbiano un fondo religioso forte. La religione tanto in Asia quanto in Africa appartiene alla cultura, per loro da un senso alla vita, ne fa parte con una dimensione mistica fortissima, nel Buddismo, Induismo e in Africa, la religione degli orixàs, il candomblé in Brasile, hanno una empatia con la divinità quasi immediata, un misticismo che si impadronisce della persona e credo che questo suolo fecondo di ricerca di una religiosità di questo tipo, porterà forse a un altro tipo di cristianesimo. La nostra scatologia, il nostro rapporto con l’altro mondo è molto povera. Per l’africano, le persone importanti della sua vita, sono i nonni, i genitori che vengono sempre ricordati e venerati, noi facciamo questo con i santi che sono un esempio per noi e li citiamo sempre, gli africani lo fanno con i parenti. La famiglia per loro è molto più sacra di quanto non sia per noi, la preghiera e la contemplazione sono molto sentite e serie e c’è anche la questione dei beni materiali ai quali loro sono molto meno attaccati di noi. Noi lottiamo per arrivare là dove loro sono già arrivati. Alla luce dell’insegnamento di Gesù Cristo Io penso che questi due continenti arricchiranno il nostro Cristianesimo perché essi vedono cose che noi non vediamo. Ecco un segno di speranza, un cristianesimo policentrico, varie culture cristiane e vari modi di essere cristiani. Anche dal punto di vista etico, la poligamia in Africa ha un altro senso rispetto all’ Europa, quindi la Chiesa intesa come una polifonia di espressioni e comportamenti e quello che ci unirà é la figura di Gesù Cristo.

E a proposito dell’essere umano?
Ciò che mi sembra interessante é che la teologia percepisce che la preoccupazione di Gesù con l’essere umano é centrale nel suo insegnamento, il regno di Do é una società felice e Dio ha mandato Gesù per insegnarcelo, per farci capire come la nostra società possa essere felice, come si possa vivere in pace su questa terra. Dividi con i poveri quello che hai, non uccidere, non desiderare ciò che appartiene ad altri. Per trasformare l’umanità in una famiglia bisogna che cambi il modo di guardare il prossimo Quindi riscoprire che rivolgersi all’essere umano è la cosa migliore che si possa offrire a Dio. Perché se esistono i sacramenti, la dottrina, una gerarchia, i sacerdoti e il Papa, è affinché assumiamo il comportamento di Gesù Cristo nel rivolgerci al prossimo, soprattutto al prossimo bisognoso. E tutta questa “parafernalia” della Chiesa e mi scuso se uso questa parola é in funzione di questo insegnamento. Posso avere un enorme alambicco ma se non produce una goccia di profumo, diventa inutile. E così vediamo solo la parte esterna della Chiesa che é lì per aiutarci, senza la Chiesa non sapremmo della figura di Gesù, dei suoi insegnamenti, né avremmo bisogno dell’aiuto degli altri. Ecco quindi il vero senso dell’esistenza della Chiesa. E la questione morale ? Certo dovremo rivedere un po’ un certo moralismo entrato nella Chiesa, Gesù non era moralista, non lo è mai stato. Le parole di Paolo, nei confronti della donna sono frutto di quel tempo, non appartengono a Gesù che aveva un enorme rispetto per la donna, ha parlato con la samaritana provocando stupore nei discepoli, e ha sempre trattato bene le donne, peccatrici o no, ed è apparso a loro in primo luogo. La Chiesa ha assunto questa cultura che la donna sia inferiore, o esagera sulla questione del sesso. Invece al centro del messaggio di Gesù, non c’erano queste questioni ma la carità. Penso che ci sia una riscoperta a partire del comportamento di Cristo delle sue parole e che la dottrina sia importante, ma ancora più importante è la vita.

E sul linguaggio ed i gesti utilizzati dal Papa ?
Il Papa, si esprime secondo un linguaggio che ha presente questa polifonia di religioni, culture e mentalità diverse. Penso che il suo successo sia dovuto alla sua comprensione dei tempi che viviamo. Diceva Giovanni Paolo II che lo spirito santo è presente anche in altre culture ed in altre religioni e credo che questa sia l’intuizione del Papa e l’unico linguaggio possibile in questi tempi. E’anche molto bravo nei gesti e nel trattare con i mezzi di comunicazione. Pare che in aereo, forse a causa dell’altezza parli troppo, comunque penso che lui sappia quello che dice e mantiene le sue posizioni é ostinato ma spirituale, anche molti santi avevano fama di essere stati ostinati e spesso in attrito con la gerarchia ed hanno comunque aperto e seguito altre strade. Questo spiega un po’la situazione attuale, il Papa si presenta con un messaggio nuovo che dia un senso alla vita in una società che non si stanca comunque di cercarlo e che ne ha bisogno.

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