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Il sociologo De Masi: perché Assisi

Redazione La Stampa
Pubblicato il 11-05-2019

Per comprendere l’origine dei Monti di Pietà bisogna risalire all’idea di Purgatorio, che si diffuse intorno al XII secolo. E’ questo il secolo delle crociate, delle esplorazioni geografiche, del riassetto giuridico, economico e urbano, dell’inquadramento delle confraternite, dell’industria edile e tessile; è il secolo del rinnovamento monastico, delle università, della scolastica.

E, come si è detto, del Purgatorio, che in poco tempo riuscì a conquistare l’immaginario collettivo e a moltiplicare il proprio successo.

Oggi possiamo ricostruirne agevolmente la storia grazie a La nascita del Purgatorio, un libro molto documentato e di grande interesse, scritto dallo storico medievalista Jacques Le Goff.

Prima della Chiesa, nessun’altra religione aveva concepito l’esistenza di un luogo transitorio, non eterno, predisposto per accogliere le anime purganti nello spazio temporale compreso tra la morte del singolo e il giudizio universale, allo scopo di consentirgli l’accesso, sia pure dilazionato, nel regno dei cieli, dopo un’opportuna purga dei suoi peccati. Tutte le altre religioni occidentali riservavano ai morti un luogo unico, grigio e indistinto come l’Averno dei Romani; oppure due luoghi diametralmente opposti, uno eternamente felice per le anime beate e uno eternamente infelice per le anime dannate.

La Chiesa, invece, introdusse una terza possibilità: chi non è compiutamente virtuoso (e, quindi, meritevole dell’immediata ascesa in Paradiso); chi non è irrimediabilmente dannato (e, quindi, subito punibile con l’immediata discesa nell’inferno), cioè, la maggioranza dei morti secondo la speranza dei loro sopravvissuti, deve scontare in Purgatorio una serie di pene severissime ma transitorie, commisurate alle sue colpe non ancora del tutto mondate.

Così, per la prima volta nella storia delle religioni occidentali, tra l’Inferno e il Paradiso si situa anche il Purgatorio: nuovo spazio, nuova area negoziale, capace di mantenere un ponte tra le anime purganti dei morti e il soccorso che ad esse possono procurare i vivi. I quali, per questo soccorso, debbono guadagnare o acquistare indulgenze, partecipando attivamente ai riti religiosi, frequentando i sacramenti, pagando e facendo donazioni.

La paura del Purgatorio rese più generose le elemosine e più ricchi gli ordini religiosi. Furono i frati degli Ordini mendicanti, e particolarmente i Frati Minori Osservanti, a inventare e diffondere i Monti di Pietà.

Grazie ad essi, le ricchezze accumulate tramite donazioni, beneficenze, indulgenze e penitenze, anziché essere accumulate come facevano gli ordini cavallereschi, venivano prestate in piccole somme ai bisognosi – un poco come oggi il microcredito del premio Nobel Muhammad Junus – chiedendo in cambio un interesse molto minore di quello praticato dai banchieri ebrei.

Poi, via via, alcuni Monti si trasformarono in Casse di Risparmio e altre in Opere Pie, mentre il fascino delle idee capitaliste andava prendendo il sopravvento.

Domenico De Masi

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