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Il nuovo miracolo di San Francesco: Maroni e Pisapia pellegrini ad Assisi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Costruire ponti invece che innalzare muri è sempre a suo modo un miracolo. Accade nel nome di san Francesco

Tu chiamalo se vuoi un segno, perché costruire ponti invece che innalzare muri è sempre a suo modo un miracolo. Accade nel nome di san Francesco: è per lui che si ritroveranno insieme ad Assisi Giuliano Pisapia, sindaco di Milano, e Roberto Maroni, presidente della Regione Lombardia. Si festeggia san Francesco, patrono d'Italia per decisione di Pio XII. Tutti e due caleranno in Umbria per celebrare. Tutti e due con grande solennità.

Correva il 1939, l'anno in cui scoppiò la seconda guerra mondiale, quando Papa Pacelli 
scelse per proteggere l'Italia il Poverello d'Assisi, «il più italiano dei santi, il più santo degli italiani». Da allora, ogni 4 ottobre, una regione va in pellegrinaggio sulla tomba di Francesco, a portare l'olio per la lampada votiva che illumina la cripta. Quest'anno, ad accendere la lampada sarà Giuliano Pisapia, nella basilica superiore di san Francesco, durante la Messa: prima del Gloria , il sindaco di Milano compirà questo gesto denso di significato. Ma non finisce qui con i prodigi. Subito dopo, dalla Loggia del Sacro Convento, arriverà il saluto di Maroni. «Altro non è che di suo lume un raggio» è il verso del Paradiso di Dante ricamato tutt'intorno alla lampada disegnata nel 1937 dall'architetto Ugo Tarchi. Sembra proprio così: la mobilitazione è grande intorno alle celebrazioni nazionali di san Francesco, che è anche «solennità civile» per decisione del Parlamento.

Ad accompagnare il pellegrinaggio dei francescani saranno tutti i vescovi delle diocesi di 
Lombardia, guidati dall'arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola. Nella lettera ai fedeli con la quale invitano al pellegrinaggio, ricordano quel 1939, «momento tragico e gravido di conseguenze per il mondo intero». Oggi, secondo i vescovi lombardi, la situazione dell'Italia e del mondo «è molto simile». In questo clima di guerra gli avversari Pisapia e Maroni si ritroveranno fianco a fianco. Non tutti i francescani sono entusiasti, ma tant'è. E se c'è chi storce il naso per Pisapia e le sue politiche sulla famiglia, anzi le famiglie, altri sono in allarme per l'arrivo del leghista Maroni, noto per l'altolà agli immigrati. Il sindaco accenderà la lampada, il presidente della Regione parlerà.

«Lo facciamo nello spirito francescano, per cui tutti sono nostri 
fratelli, anche quelli che non ci piacciono» dicono i francescani pronti al pellegrinaggio. Ricordano ancora un discorso di Gianfranco Fini. Era il 2004 e l'allora vicepremier disse che Francesco «non dissuase mai dal portare le armi per difendere deboli e umili». Un san Francesco non pacifista che andò di traverso a molti. (Sabrina Cottone - Il Giornale)


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