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IACOMINI, FARE DEL BUON GIORNALISMO SIGNIFICA RACCONTARE FATTI DI CUI NON PARLA NESSUNO

Redazione online Mauro Berti
Pubblicato il 16-09-2017

"Sono da oltre 10 anni un giornalista professionista ancor prima che il Portavoce di una agenzia delle Nazioni Unite. Posso affermare con certezza quindi che grandi spazi si aprono all'interno del nostro lavoro umanitario per chi oggi si candida a fare questo meraviglioso mestiere. Io ne sono la prova. Oggi fare del buon giornalismo vuol dire raccontare fatti di cui non parla nessuno, tragedie umanitarie nascoste e denunciarle prima che diventino catastrofi. In questo come spesso accade il lavoro del Portavoce diviene una FONTE PRIMARIA per tanti giornalisti che si trovano lontani da alcuni accadimenti. Non fosse altro per il fatto che l'UNICEF è presente con i suoi communication officers in tutto il mondo. Siamo noi molte volte nei momenti successivi a terremoti catastrofi o fenomeni naturali a dare i primi dati numeri cifre sui morti e sui feriti specie ahime se si tratta di bambini. Credo in tal senso di aver svolto un ruolo prezioso per molte testate giornalistiche "da giornalista" in questi anni proprio su temi come i terremoti di haiti, il Nepal, le alluvioni nelle Filippine etc.

Esiste quindi un piano straordinario di cui ho parlato e quello ordinario. Persecuzioni, guerre, violenze che colpiscono molti bambini e donne del pianeta spesso nel silenzio dei media e con cui ogni giorno mi trovo a dover "lottare" per darne notizia e per aiutare la mission principale della mia organizzazione che consiste proprio nel raccogliere fondi da destinare a progetti per le situazioni più disparate: mortalità infantile, fame, povertà, guerre, carestie epidemie. Non è un lavoro facile. Il mestiere del giornalista mi ha insegnato a valorizzare una notizia che fatica a "passare" a volte aggiungendo dettagli fantasiosi, altri raccontando in maniera forte la cruda realtà altre volte ancora mostrando immagini che sono al limite del pubblicabile rispetto alla nostra policy internazionale.

Grazie al web, all'uso dei social siamo riusciti ad ottenere risultati insperati, grazie ad una visibilità che si è triplicata la nostra agenzie è tornata a raccogliere fondi come mai prima. Questo grazie a strategie di comunicazione basate sulla trasparenza, l'indicazione della destinazione dei fondi e il "metterci la faccia" aggiungo pulita come da 5 anni a questa parte faccio io. Ne è la dimostrazione la grande risposta emotiva avuta dal web dopo gli attacchi di alcune forze politiche che ci definivano impropriamente "taxi di mare" che grazie ai nostri web master opportunamente formati siamo riusciti a sventare.

La battaglia è ancora lunga ma i risultati rispetto a 5 anni fa sono davvero stupefacenti.

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