Meredith: arriva la sentenza
PERUGIA - Condanna a 30 anni di reclusione per Rudy Guede, rinvio a giudizio nei confronti di Amanda Knox e Raffaele Sollecito: dopo quasi 12 ore di camera di consiglio il gup di Perugia Paolo Micheli ha cosi' sintetizzato una prima verita' sull'omicidio di Meredith Kercher. Il giovane pugliese e la studentessa di Seattle dovranno comparire davanti alla Corte d'assise del capoluogo umbro il 4 dicembre prossimo, chiamati a rispondere di tutti i reati contestati dai pubblici ministeri Giuliano Mignini e Manuela Comodi nell'ambito dell'indagine svolta dalla squadra mobile perugina e dallo Sco della polizia.
Dall'omicidio alla violenza sessuale, ma anche la simulazione di reato e il furto di 300 euro e delle due carte di credito di Mez. La sola Knox verra' processata anche per avere calunniato Patrick Lumumba coinvolgendolo nell'indagine sul delitto pur sapendolo innocente (tanto che il musicista e' stato poi completamente scagionato da ogni addebito).
Il gup ha scelto di non motivare il provvedimento di rinvio a giudizio, limitandosi a indicare le fonti di prova. Tra queste le testimonianze raccolte dagli inquirenti, tra cui quelle delle amiche di Meredith e le indagini svolte dalla polizia scientifica mentre non ha ammesso la deposizione dell'albanese Hekuran Kokomani che sostenne di avere visto insieme i tre imputati.
Tra domani e giovedi' il giudice sciogliera' poi la riserva sulla concessione degli arresti domiciliari a Raffaele e Amanda o sulla loro scarcerazione chiesta dai difensori dei due giovani. Tra 90 giorni saranno invece depositate le motivazioni della condanna per Guede, processato con il rito abbreviato. Dalla lettura della sentenza emerge che il gup lo ha assolto dal reato di furto. Resta invece l'omicidio aggravato da violenza sessuale. Rudy dovra' inoltre risarcire con due milioni di euro ciascuno i genitori di Mez e con un milione e mezzo i tre fratelli.
Il gup sembra quindi avere confermato lo scenario accusatorio delineato dai pm. Cioe' che Meredith, giunta a Perugia per studiare, venne uccisa nella casa dove abitava per sfuggire a un gioco sessuale violento. Nel quale - ritengono gli inquirenti - la volevano costringere Sollecito e la Knox con la partecipazione di Guede.
La reazione di Mez - sempre secondo l'ipotesi dell'accusa - porto' gli imputati a colpirla alla gola con un coltello da cucina, provocandole una ferita rivelatasi mortale. L'esclusione del reato di furto per Guede lascerebbe comunque ipotizzare che per il giudice solo la studentessa americana e il suo allora fidanzato siano tornati successivamente nell'abitazione simulando un furto per sviare le indagini e sottraendo il denaro e le carte di credito. Ruoli e responsabilita' che pero' potranno essere chiarite solo leggendo le motivazioni del gup.
I GENITORI DI MEZ, 'E' STATA FATTA GIUSTIZIA'
"E' stata fatta giustizia". Così i genitori di Meredith Kercher hanno accolto la sentenza che ha condannato a 30 anni Rudy Guede e il rinvio a giudizio degli altri due giovani I genitori di Meredith sono arrivati in tribunale qualche minuto prima della lettura della sentenza e con compostezza hanno ascoltato la lettura della sentenza da parte del giudice.
''Siamo soddisfatti del risultato'': cosi' invece ha commentato Lyle, uno dei fratelli di Meredith Kercher, ha commentato la decisione del gup di Perugia. Il giovane ha spiegato di ''avere sempre riposto fiducia sul sistema giudiziario italiano''.
''Abbiamo ricevuto molto supporto morale dalla polizia - ha quindi affermato il padre John - ma anche da 'persone normali' e questo ci e' stato molto di aiuto''. Riferendosi al prossimo processo nei confronti di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, la madre di Mez, Arline, ha sottolineato che ''sara' basato sulle prove''. ''E noi - ha aggiunto - non possiamo mettere davanti cio' che vorremmo''. L'avvocato Francesco Maresca ha parlato di ''decisione molto sofferta'' riferendosi a quella del gup. ''Questo processo - ha sottolineato - riguarda giovani ragazzi legati alla morte di una loro coetanea''.
IL PUNTO ( E.F.)
Al di là di come è andata la sentenza, non vogliamo entrare nei meriti della giustizia. La lezione che vogliamo cogliere da questo avvenimento di cronaca ha una duplice sfaccettatura: la prima è che dovremmo imparare a leggere i segnali spia del disagio giovanile; non vi saprei dire come ma con occhi attenti non dovremmo lasciarci sfuggire dettagli.
Ad ognuno il difficle compito di imparare a leggere il non detto di tanti giovani accanto a noi.
Il secondo aspetto è quello della possibilità redentiva;
è una lezione, la vita può ricominciare sempre, anche con una condanna, anche in un carcere.
E questo vale non solo per loro ma credo per ogni uomo. A Dio affidiamo quest'"inferno" che ha colpito così tanto, Perugia, l'Umbria, l'Italia, il mondo.
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