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Greta, la giovane studentessa svedese paladina della lotta contro il cambiamento climatico

Mario Scelzo Freepik
Pubblicato il 23-02-2019

I politici non avranno vita facile, Greta non è una che si accontenta di un applauso o di un pubblico elogio

“…Laudato sie, mi' Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore,de te, Altissimo, porta significatione.

Laudato si', mi' Signore, per sora luna e le stelle, in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Laudato si', mi' Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, per lo quale a le tue creature dài sustentamento…”.

San Francesco, oltre ad essere noto come il Santo della Pace, della Povertà, del Dialogo, è stato un pioniere per quanto riguarda l’ecologia e la tutela del creato. Nel Cantico delle Creature il poverello di Assisi esprime al meglio i suoi sentimenti di amore verso la bellezza del creato e verso l’abilità del Creatore nel miscelare insieme gli elementi della natura. Se tornasse tra noi ai giorni nostri, sicuramente San Francesco mostrerebbe apprezzamento nei confronti di Greta, la giovane studentessa svedese paladina della lotta contro il cambiamento climatico.

Greta Thunberg ha 16 anni, vive a Stoccolma, e dallo scorso mese di Agosto ha deciso di scioperare da scuola ogni venerdì, manifestando contro il cambiamento davanti al Parlamento Svedese. Nei giorni scorsi è diventata una eroina di fama mondiale discutendo (e probabilmente avendo la meglio) col Presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker nel corso di un importante incontro scientifico tenutosi a Bruxelles, di fatto la Capitale dell’Unione Europea.

Parliamoci chiaro, a molti la “battaglia ambientalista” di Greta può apparire come il capriccio di una adolescente, come l’ingenuità di una ragazzina, indubbiamente brillante, ma incapace di comprendere la complessità delle questioni geopolitiche legate all’inquinamento globale. C’è un punto però che ritengo decisivo, che vale per Greta e, scusate il paragone, è valso anche per San Francesco a suo tempo, ovvero entrambi hanno preferito l’azione concreta allo sterile lamento, e tutti e due hanno iniziato (o almeno hanno provato a farlo) a cambiare il mondo a partire da se stessi:  San Francesco ha rinunciato ai privilegi di una vita agiata spogliandosi dai suoi abiti mondani e scegliendo di vivere in povertà, e ben sappiamo quanto bene ha generato la sua decisione personale; Greta, che ad appena 11 anni ha scoperto il suo “interesse speciale” per il clima, ha dato seguito a tale interesse prendendo alcune decisioni concrete, ad esempio abbracciando la dieta vegana, smettendo di prendere voli e adottando uno stile di vita molto frugale ed ecosostenibile, oggi condiviso da tutta la famiglia (il papà ha venduto la station wagon, installato i pannelli solari sul tetto e cominciato a coltivare l’orto biologico in pieno centro a Stoccolma).

Greta appare indubbiamente come una ragazza determinata e volenterosa, ma, come possiamo notare da alcune delle risposte date al Presidente Juncker, ha messo anima, cuore e studio nel suo impegno ambientalista. “Se l’Europa vuole dare un contributo adeguato per contenere l’aumento delle temperature entro il limite dei due gradi rispetto ai livelli preindustriali — ha detto Greta — dovrà raddoppiare i suoi sforzi per ridurre dell’80% le emissioni di gas serra entro il 2030”. E questo valore — ha aggiunto la ragazza, che sui social si confronta con scienziati e climatologi di fama — dovrà includere le emissioni generate dal traffico aereo, e dall’importazione di prodotti da altri Paesi. L’anno scorso la concentrazione di CO2 generata dall’uso di combustibili fossili ha raggiunto un nuovo record assoluto, continuando ad aumentare, a dispetto di tutti gli impegni presi”.

I politici europei non avranno vita facile, Greta non è una che si accontenta di un applauso o di un pubblico elogio, leggete questa dichiarazione e capirete che a lei interessano i fatti e non le promesse: “Ci dicono, bravi, la vostra generazione salverà il mondo. Ma non lo faremo, semplicemente perché non c’è abbastanza tempo per permetterci di crescere e prendere in mano la situazione”. Proprio per questo la giovane attivista svedese ha messo a disposizione la sua fama per sostenere la “Marcia per il Clima” tenutasi ieri a Bruxelles e che ha visto la partecipazione di migliaia di ragazzi da tutta Europa.

Va sottolineato che Greta è probabilmente la più nota delle attiviste, ma per fortuna non è la sola e l'esercito degli attivisti "in erba" per il clima non ha frontiere, visto che negli ultimi mesi in molte città del mondo migliaia di studenti delle scuole superiori hanno deciso di non andare a scuola il venerdì per protestare in massa, seguendo proprio l'esempio di Greta. E' successo a Sydney, Bruxelles, Berlino, L'Aia, Londra e in altri Paesi.

A febbraio i "Fridays for future" hanno preso piede anche in Italia: gli studenti hanno sfilato in corteo a Bologna, Pisa, Milano, Torino, Venezia. Solo per dire alcune delle città che vedono crescere ragazzi non più disposti a foraggiare la nube di polveri sottili che avvolge le loro case. Il giovane volto della protesta a New York è quello di Alexandria Villasenor, 13 anni e la stessa convinzione caparbia di Greta nel voler fare qualcosa richiamando all'azione. A cominciare dalla sua scuola media, con il movimento "School Strike 4 Climate", fino a lanciare una manifestazione indetta per il 15 marzo, che ha già trovato l'appoggio delle associazioni ambientaliste più note e adesioni da tutto il mondo. Sono convinto che San Francesco sarebbe stato felice di vedere tanti giovani impegnarsi in prima persona per la tutela del creato.


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