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GIORNATA MONDIALE MIGRANTI, COMITATO 3 OTTOBRE: EUROPA POCO SOLIDALE SIA SALVEZZA E SPERANZA

Redazione online Ansa - Alessandro Di Marco
Pubblicato il 30-11--0001

Conoscere ed informarsi del fenomeno migratorio, dei diritti umani e dell'importanza dell’integrazione

Quando il 3 ottobre 2013 ci fu quel primo naufragio che vide 368 morti nel nostro Mediterraneo, ci rimboccammo le maniche e decidemmo che sarebbe stata la prima e l'ultima volta che avremmo permesso la morte di tutte quelle persone tra le braccia dell'Europa.“Mai più morti nel Mediterraneo”, disse il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker. Purtroppo però, non è stato così.


Da quel giorno ad oggi sono morte o disperse nel Mediterraneo quasi 12mila persone. Più di 5mila soltanto nel 2016, che si è rivelato essere l'anno più letale.



Sono più di 3 anni che noi del Comitato 3 Ottobre lavoriamo per favorire una degna accoglienza e giusta integrazione dei migranti che fuggono dai propri paesi di origine a causa di guerre, persecuzioni o povertà.


L'Europa che quel 3 ottobre del 2013 avevamo immaginato essere l'Europa dell'accoglienza e dell'integrazione, ci ha traditi e si è rivelata essere un'Europa priva di solidarietà, che costruisce muri invece di ponti, che quest'anno ha riprisitinato i controlli alle frontiere interne, che ha militarizzato i propri confini, che ha stipulato o cercato di stipulare accordi di rimpatrio con Paesi che non hanno mai firmato la Convenzione di Ginevra o che vìolano apertamente i diritti umani.



GIORNATA MONDIALE MIGRANTE
Oggi si celebra la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, una giornata che ha lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica su questo tema che a noi del Comitato 3 Ottobre sta molto a cuore. D'altronde è quello che facciamo. Ne parliamo con i politici, con diverse associazioni per i diritti umani, con organizzazioni non governative che operano nel settore, con membri attivi della società civile, ma soprattutto con i giovani – gli studenti delle scuole dove svolgiamo i nostri workshop.


Sono loro, infatti, a rappresentare il futuro dell'Italia e dell'Unione europea. Sono loro che, forse, potranno cambiarlo. È per questo che per noi diventa fondamentale lavorare a stretto contatto con loro per spiegargli che cosa sta accadendo.



INFORMAZIONE E CONOSCENZA NELLE SCUOLE
In una scuola di Roma, dove siamo stati recentemente, abbiamo chiesto agli studenti presenti da dove credevano che venissero tutti questi migranti. Nel vano tentativo di rispondere alla domanda, relativamente basilare, i ragazzi ci hanno rivelato la loro profonda impreparazione sull'argomento.


È per questo che bisognerebbe approfittare di giornate come questa per parlare del fenomeno migratorio il più possibile. Dobbiamo, con coscienza e perseveranza, riuscire ad abbattere i molti pregiudizi negativi che si stanno diffondendo in tutta Europa, dove i migranti sono diventati il capro espiatorio perfetto per giustificare qualsiasi crisi interna, e dove i partiti nazionalisti e di estrema destra stanno conquistando sempre più spazio con le loro campagne populiste e aggressive anti-immigrazione. Campagne che molto spesso per celare la loro disumanità utilizzano affermazioni come “Via tutti quelli che non scappano da guerre”. Non solo le “guerre” a cui si riferiscono sono soltanto le guerre di cui sentiamo parlare (quindi al momento soltanto quella siriana), ma questa affermazione nega ogni diritto alle persone che fuggono da povertà e miseria.


Sono infatti diverse le motivazioni che spingono una persona ad abbandonare tutto e rischiare di morire per cercare di rifarsi una vita; c'è chi fugge da guerre e persecuzioni, chi dalla povertà, chi dalle conseguenze drammatiche che stanno avendo i cambiamenti climatici in alcune parti dell'Africa, chi invece semplicemente sogna una vita migliore.


MIGRANTI ECONOMICI E RIFUGIATI

Questo crea una netta divisione dei migranti in due categorie: i cosidetti migranti economici e i rifugiati. Divisione ingiusta e che viene marcata ulteriormente dall'attuale sistema di ricollocamento all'interno del territorio europeo attraverso le quote. I migranti sono costretti a identificarsi e registrarsi all'interno degli hotspot, ovvero strutture di prima accoglienza per i migranti irregolari che si trovano nei punti in cui si registra il maggior numero di arrivi, principalmente situati in Italia e Grecia. Da qui, chi ha diritto ad accedere al sistema di ricollocamento (organizzato in base a nazionalità), dovrebbe partire,e chi non vi ha diritto, può provare a fare domanda d'asilo nel Paese d'ingresso.



PAESI DI TRANSITO E DESTINAZIONE
Italia e Grecia, un tempo paesi di transito, sono così diventati paesi di destinazione. Delle 160mila persone previste secondo le divisioni delle quote europee, ne sono partite soltanto 2654 dall’Italia e 7760 dalla Grecia, mentre gli sbarchi si sono moltiplicati. Non riuscendo a gestire le numerose richieste sotto tutta questa pressione, entrambi i Paesi spesso finiscono per rifiutarle, facendo sì che un numero altissimo di persone diventi irregolare, senza documenti e senza diritti, bloccate su territorio italiano o greco. In Grecia, il 40 per cento dei profughi bloccati è composto da bambini.



SOLIDARIETA’ E ACCOGLIENZA
Giornate istituzionali come quella di oggi fanno sì che almeno per 24 ore tutti parlino di una certa tematica che, purtroppo, troppo velocemente finisce di nuovo nel dimenticatoio. Ma c'è un’Italia che non vuole dimenticare. Sta a noi il compito quotidiano di informare e discutere del fenomeno migratorio, dei diritti umani e dell'importanza dell’integrazione della popolazione immigrata, oltre a promuovere una cultura votata all'accoglienza. Sta a noi far sì che, finché le persone non smettono di morire in mare, ogni giornata sia la “giornata del migrante”. Dobbiamo trovare soluzioni durature, aprire più canali sicuri di accesso all'Europa, ritrovare la nostra umanità. Speriamo che il 2017 sia l'anno in cui impareremo, finalmente, a mettere i sogni e le speranze delle migliaia di persone che guardano all'Europa come alla salvezza, prima delle nostre paure e dei nostri pregiudizi. (Sabika Shah Povia - Comitato 3 Ottobre)

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