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Essere un cooperatore è un modo di vivere.

Redazione
Pubblicato il 24-11-2017

"Essere un cooperatore è un modo di vivere. È sentire, dire e fare, in accordo con i nostri principi e valori, attraverso i quali riduciamo gli effetti distorsivi del capitalismo liberista". Così Ariel Guarco, argentino, non appena è stato eletto Presidente dell’Alleanza mondiale delle cooperative, il 17 di novembre scorso, al termine dell’Assemblea generale a Kuala Lumpur in Malesia.

L’Italia ha una lunga e importante tradizione cooperativistica, basti pensare che le cooperative nel nostro Paese ogni giorno erogano servizi di welfare a 7 milioni di persone e rappresentano il 25% della produzione agroalimentare. Ma questo sistema di impresa, che mette la persona al centro dello sviluppo, è diffuso in tutto il mondo ed è in continua crescita: oggi sono attive oltre 2,6 milioni di imprese cooperative nei cinque continenti, che garantiscono più di 250 milioni di posti di lavoro, mettendo insieme oltre 1 miliardo di soci e generando ricchezza per 3 miliardi di dollari annui.

Insomma, se rappresentassero l’economia di un Paese, avrebbero diritto a un posto nel G8, perché sarebbero la settima potenza economica. E se il numero dei soci venisse trasformato nella popolazione di uno Stato sarebbe il terzo Paese più popoloso, appena dietro Cina e India. Ma la forza delle cooperative è soprattutto quella di creare le condizioni per una socialità vera e un lavoro rispettoso della dignità umana, come ha detto Guarco a Kuala Lumpur: “La nostra proposta da 170 anni non è altro che l'attuazione da parte di comunità decise a mettersi insieme per soddisfare i loro bisogni, realizzare i loro desideri, distribuire opportunità ugualmente tra i suoi membri e rendere sostenibile le risorse che devono rimanere disponibili per le generazioni future”.

La sua candidatura a Presidente di ICA è stata fortemente sostenuta dall’Alleanza delle Cooperative Italiane, ed è stato un grande successo per tutto il movimento cooperativo del nostro Paese. Nella delegazione italiana al Summit erano presenti Carlo Scarzanella, vicepresidente di AGCI (rieletto, primo degli europei, nel Board di ICA) e Angelo Chiorazzo, membro del board di CICOPA- CICOPA Europe, in Malesia come delegato di AGCI. Chiorazzo, che ha fondato 18 anni fa insieme ad alcuni amici la cooperativa sociale Auxilium, spiega: “Il Summit ha scritto un’altra pagina importante di una grande storia iniziata nel 1895 con la nascita dell’Alleanza Cooperativa Internazionale. Le cooperative sono unite nella diversità per costruire un mondo migliore, dove ogni uomo possa vivere degnamente la sua vita, garantendo una distribuzione più equa della ricchezza”.

Proprio la cooperativa Auxilium è stata indicata dalla presidente uscente di ICA, la canadese Monique Leroux, come un modello da seguire: su sua iniziativa, infatti, è stato proiettato ai 1500 delegati al Summit, che arrivavano da 98 Paesi del mondo, un video su come Auxilium opera nel settore dell’accoglienza e dell’integrazione delle persone migranti. In un mondo sempre più globalizzato il modello cooperativo è tutt’altro che superato, basti pensare al ruolo svolto nella crisi economica mondiale: solo le cooperative hanno avuto la capacità di incrementare lavoro e occupazione, mentre le imprese tradizionali e le multinazionali licenziavano e chiudevano.

Oggi nel mondo le cooperative rappresentano il 12% della forza lavoro. “Per questo è importantissimo preservare questo modello da falsi cooperatori e da avventurieri - riprende Chiorazzo- la cooperazione arriva nei contesti più diversi e rende possibile ciò che sembra impossibile. Anche per questo per Papa Francesco disse che “in cooperativa 1 più 1 fa 3”.

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