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Disastro Germanwings, Andreas Lubitz si è schiantato con l'aereo di proposito. Copilota soffrì di depressione

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Secondo il sito web che monitora i voli civili Flightradar24, i dati del transponder mostrano che l'autopilota del volo 9525 della Germanwings è stato riprogrammato da qualcuno in cabina di pilotaggio in modo da modificare l'altitudine dell'aereo da 38.000 a 100 piedi.  "Tra le 9:30'52" e le 9:30'55" - si legge sul forum di Flightradar24 - l'autopilota è stato modificato manualmente da 38.000 piedi a 100 piedi e 9 secondi dopo l'aereo ha iniziato a scendere, probabilmente con l'impostazione 'discesa aperta' dell'autopilota".

Si è schiantato di proposito, provocando una carneficina. Il copilota dell'Airbus Gernanbwings, un tedesco di 28 anni, si era barricato all'interno della cabina con l'intenzione di "distruggere l'aereo". E il comandante ha cercato invano di sfondare la porta per scongiurare il disastro tra le urla dei passeggeri. E' il racconto scioccante della prima scatola nera dell'airbus del Germanwings ritrovata, rivelato a Marsiglia il procuratore. Prima il copilota Andreas Lubitz ed il comandante chiacchieravano. Poi il comandante è uscito fuori dalla cabina ma al ritorno ha trovato trova la porta sbarrata ed ha cercato di aprirla. Il resto è sotto gli occhi del mondo: lo schianto dell'aereo sulle Alpi, con 150 persone a bordo, che si sono accorte all'ultimo momento di quello che stava succedendo e si sono messe a urlare. Vittime in un dramma che pian piano sta trovando delle spiegazioni. I passeggeri si sono accorti all'ultimo momento di quello che stava succedendo e si sono messi a urlare.

Andreas Lubitz, 28 anni ed originario di Montabaur (Renania-Palatinato), era di nazionalità tedesca ed aveva superato brillantemente tutti i test medici e psicologici. Aveva iniziato a volare con la compagnia Lufthansa dal settembre del 2013 e aveva 630 ore di volo. "Non è possibile escludere che casi come questo possano accadere, anche con tutte le misure di sicurezza del mondo", ha detto Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa. Lubitz ha iniziato l'addestramento nel 2008 e sei anni fa l'ha interrotto per un periodo piuttosto lungo. Il capitano, invece, aveva più di 6mila ore di volo ed era pilota della Germanwings dal maggio 2014. In precedenza aveva lavorato per la Lufthansa e per Condor.

Lubitz avrebbe sospeso il suo addestramento come pilota per ''una sindrome da burnout, una depressione'', almeno secondo quanto scrive il sito del quotidiano tedesco Faz citando la madre di un'amica d'infanzia, con cui cui il 28enne si sarebbe confidato in passato.

Mai più uno solo in cabina, cambiano regole a bordo

Mai più meno di due persone in cabina di pilotaggio. Le compagnie aeree mondiali, con Alitalia, Air Canada, EasyJet e Norvegian a fare da apripista, cambiano le regole in 'cockpit', il ponte di comando degli aerei in cui d'ora in poi non potrà rimanere più un solo pilota. Le urla del comandante dell'A320 della Germanwings che rimbalzano dal 'voice recorder' della scatola nera esortando il co-pilota, rimasto solo in cabina, ad aprire quella porta bloccata, sono risuonate oggi come un ultimo disperato grido di aiuto. Ed hanno spinto già alcune compagnie (che è scontato saranno seguite a stretto giro dalle altre) a cambiare le regole. Spesso a ripristinarle, come il caso dell'Alitalia che, tra i primi vettori, in serata ha annunciato che d'ora in poi in cabina di pilota non potrà più rimanere un solo pilota. Si torna così alla regola che era già stata prevista dopo l'11 settembre quando, complici quei blitz dei terroristi-piloti-kamikaze che puntarono sulle Torri Gemelle, si decise di 'bloccare' le porte dei cockpit.

Consentendo solo ai piloti, dall'interno, di sbloccarle. All'epoca la decisione fu di prevedere, appunto, la presenza - sempre - di due persone in cabina. Nel caso uno dei piloti si fosse dovuto allontanare, veniva richiesta la presenza di un membro dell'equipaggio per poter 'guardare dallo spioncino' e verificare chi chiedesse di entrare. Per aprire la porta, automaticamente, entro 30 secondi in caso non vi fossero motivi di allarme. Ma quella regola fu superata quando, grazie alla tecnologia, si ricorse a telecamere che potevano controllare chi chiedesse di entrare in cockpit: fu deciso che poteva rimanere anche un solo pilota, assistito dal circuito tv. Una regola che oggi - alla luce del caso Germanwings in cui si sospetta la volontà suicida del copilota - ha mostrato i suoi limiti. Il pilota fuori dal cockpit è sempre in possesso del codice di sblocco della porta di scurezza. Ma l'ufficiale di volo rimasto dentro può decidere deliberatamente di disattivare la procedura di apertura dall'esterno.

Una procedura nata per la sicurezza (nel caso, ad esempio, in cui quello rimasto fuori sia sotto minaccia) che sul volo Barcellona-Dusseldorf ha trovato tutto il suo limite. E, siccome in aviazione sono 'i casi' a fare la giurisprudenza - spiegano gli esperti - la strage sulle Alpi francesi ha spinto a cambiare di nuovo le regole. "Il cockpit è in grado di ospitare tre piloti e non ci dovrebbe mai essere una situazione in cui vi è una sola persona in cabina di pilotaggio", ha spiegato oggi James Hall, ex presidente del National Transportation Safety Board. (Ansa)

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