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CONOSCERE PER SOSTENERE LA LOTTA ALLA SLA

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e la ricerca per una sua cura stanno vivendo un momento di grossa visibilità, dovuta anche dall’Ice Bucket Challenge, la divertente iniziativa per la raccolta fondi che questa estate ha fatto impazzire il web.


Ma cos’è la SLA e cosa comporta?

La SLA,  è una malattia neurodegenerativa che colpisce i motoneuroni, vale a dire le fibre nervose che collegano il sistema nervoso ai tessuti muscolari comportando, così, una paralisi progressiva del corpo con effetti devastanti sulla salute, inteso come qualità e aspettativa di vita. Sostanzialmente, è un progressivo indebolimento della muscolatura nella zona del tronco spinale, abbracciando proprio i fasci nervosi laterali del midollo spinale. Pur essendo considerata una malattia rara, colpisce una persona su 20mila e in Italia le diagnosi sono attualmente all’incirca 3.500, con un’incidenza di almeno 1.000 nuovi casi all’anno secondo i dati dell’Osservatorio Malattie Rare (O.Ma.R.). La malattia insorge mediamente dopo i 50 anni di età, con un’incidenza maggiore negli uomini, mentre sono più rari i casi di individui affetti da questa malattia in età pediatrica e giovanile. 

Purtroppo non esiste un kit diagnostico tale da poter prevenire o questa malattia sul nascere, così come non è ancora possibile sottoporsi a una terapia capace di far guarire dalla SLA. Ad ogni modo, alcuni farmaci, come il riluzolo, attività aerobica ed esercizi di logopedia possono rallentare l’avanzare della malattia e supportare psicologicamente la persona malata.

I sintomi della sclerosi laterale amiotrofica sono differenti e molto spesso vengono confusi con quelli di altre malattie, perlomeno in un primo stadio. I primi segni sono di debolezza e difficoltà di deambulazione, d’imprecisione nei movimenti, crampi o piccoli spasmi muscolari; mentre, la fase più avanzata, la malattia interferisce sulla capacità di articolare parole, di deglutizione e masticazione,  progredendo fino a una atrofia e paralisi di tutti i muscoli.

Negli ultimi anni le ricerche (e le conoscenze) sulla SLA si sono moltiplicate, portando gli scienziati a lavorare su approcci paralleli, creando così maggior fiducia per una futura cura definitiva. Gli studi clinici sono numerosi in tutto il mondo e recentemente alcuni interventi hanno registrato casi di successo. La complessità e i tanti lati oscuri della SLA, però, fanno sì che i medici rimangano cauti sui progressi.

Di seguito riportiamo dei link utili per raccogliere maggiori informazioni sulla SLA e delle associazioni di cui se ne occupano:


http://www.assisla.it/Siti_utili.htm

http://www.osservatoriomalattierare.it/sla

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