Card. Dolan: New York possa diventare una nuova Assisi
ANSA
"Siamo grati per il regalo di questa mostra - ha aggiunto Dolan - Speriamo che New York possa diventare una nuova Assisi, sarebbe un grande miracolo". "Abbiamo tutti bisogno dell'esempio di Frate Francesco, e della semplicita' di Assisi", ha quindi sottolineato il Cardinale, ribadendo che San Francesco in tanti modi e' stato un esempio delle Nazioni Unite con i suoi valori come l'armonia internazionale, il rispetto per le persone umane, la pace e la giustizia. Poi, parlando in italiano, Dolan ha scherzato: "Dove posso trovare un bel piatto di pasta qui a New York?". E prima di lasciare il Palazzo di Vetro, l'arcivescovo ha rivelato: "stiamo gia' preparando il menu' di Papa Francesco, un menu' speciale, in cui ci saranno anche gli hot dog". (ANSA)
ALESSANDRA BALDINI - ONUITALIA.COM
“Grati per questa mostra. Che New York possa diventare una nuova Assisi, e sarebbe un grande miracolo”: il Cardinale arcivescovo di New York Timothy Dolan, al taglio del nastro della mostra dei manoscritti di San Francesco, arrivati, per la prima volta fuori d’Italia, al Palazzo di Vetro dell’Onu. Ed e’ inevitabile l’auspicio che si concretizzi, di qui al prossimo settembre, una visita di Papa Francesco a New York e all’Onu dopo la conferma della presenza del Pontefice al Meeting delle famiglie nel 2015 a Filadelfia. “Speriamo. Sarebbe un segno di speranza. Una spinta per la Chiesa cattolica qui e per l’intera America”, ha detto Dolan ai giornalisti: “Abbiamo tutti bisogno della semplicità di Assisi”.
Se per Dolan il Papa a New York, sulla scia del messaggio di San Francesco, ha una valenza unificante per il cattolicesimo americano, attraversato da incertezze e tensioni, il nunzio apostolico all’Onu Bernardito Auza ha letto tra le righe dei codici miniati della piccola-grande mostra “Frate Francesco: Tracce, Parole, Immagini” una sintonia di pensiero con i valori universali di cui le Nazioni Unite si fanno portatrici: “Pace, sviluppo dei popoli sulla base della fratellanza, amore e cura dell’ambiente”. Senza questi valori, ha detto l’Osservatore Permanente della Santa Sede, “ci sono guerre e ingiustizie, nuove schiavitù e sfruttamento, disastri ambientali legatri al climate change”.
Ed e’ inevitabile il passaggio all’auspicio che dal fiume Delaware (che attraversa Filadelfia) papa Francesco passi al’East River su cui si affaccia il Palazzo di Vetro: “Nel 1965 la Pieta’ di Michelangelo fece da apripista alla storica visita di Paolo Sesto all’Onu. Lui parlo’ dal podio dell’Assemblea Generale il 4 ottobre, nel giorno della festa di San Francesco. Ora si spera, e mi auguro, che, con questa mostra, sia il ‘Poverello’ a precedere quello che porta il suo nome”, ha detto Auza a OnuItalia.
Molti ambasciatori presenti, a lungo anche il siriano Bashar Ja-afari, all’inaugurazione della mostra che, tra i documenti esposti include anche il celebre codice Codice 338, una raccolta dei primi scritti e documenti relativi a san Francesco e all’Ordine dei Frati Minori, contenente il Cantico delle Creature, pietra miliare della spiritualità francescana e il vero punto di partenza della letteratura italiana. La vice-presidente della Camera Marina Sereni, che si trova a New York per i lavori di un Comitato dell’Unione Interparlamentare, ha sottolineato l’eredita’ morale, “così viva oggi nonostante venga da così lontano”, del lavoro di Francesco con i poveri, con mondi lontani (il viaggio nel sultanato d’Egitto), e con il monito all’uomo di godere e proteggere l’ambiente in cui vive. “Questi sono i temi del lavoro dell’Onu”, ha detto la Sereni che aveva inaugurato una versione della mostra a San Macuto con l’orgoglio di chi viene dalla regione, l’Umbria, che ha dato i natali al Santo di Assisi. Un Santo che, come ha sottolineato la Sereni, “non ha bisogno di esser spiegato perche’ il suo messaggio non potrebbe essere più attuale”.
E sono infatti alti dignitari Onu venuti da terre lontane a accogliere al Palazzo di Vetro i 19 documenti che dopo la tappa all’Onu passeranno, dal 2 dicembre al 14 gennaio, alla Brooklyn Borough Hall: “San Fracesco e’ una figura monumentale dei nostri giorni”, ha detto il numero due dell’Onu Jan Eliasson, svedese: “Guidando con l’esempio ha cambiato la storia e i valori che predicava coincidono con quelli della Carta dell’Onu che, per coincidenza, e’ stata firmata quasi 70 anni fa, nel 2015, nella citta’, San Francisco, che porta il suo nome”. Una foresta di simboli. Ma anche per Sam Kutesa, ugandese e presidente dell’Assemblea Generale, il santo italiano ha qualcosa da insegnare: “E’ stato il primo ambientalista”, ha detto il ministro degli esteri di Kampala auspicando che il 2015 porti a un accordo tra stati per “un’agenda di sviluppo ispirata ai valori del francescanesimo”.
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