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Basilica di San Francesco tra incontri e dialogo di Romano Prodi

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La celebrazione dalla consacrazione della Basilica in Assisi testimonia dell’importanza e dell’attualità del messaggio di pace, fraternità e amore di San Francesco in Europa e nel mondo. Punto di riferimento dell’Ordine Francescano, attraverso l’unità inscindibile della sua pittura e della sua architettura, la Basilica rappresenta il simbolo solenne di quella  fratellanza che ha condotto e guidato il cammino verso l’integrazione europea.

L’Europa è, infatti, espressione per eccellenza di una coesione possibile di culture, anime, tradizioni diverse e trova la sua forza proprio nella valorizzazione delle diversità che la costituiscono e il processo di allargamento accentuerà tale unità nella diversità. È per questo che il dialogo e il dibattito sulle grandi questioni europee vanno promossi con l’obiettivo di discutere e promuovere i valori fondamentali della nuova Europa continentale. Ciò consentirà all’Europa di crescere e di esercitare la propria influenza nel mondo alla luce di quei valori condivisi che sono il cuore e l’anima del progetto comunitario.


Dall’opera e dalla testimonianza di San Francesco, l’Europa ha saputo trarre grandi insegnamenti, per l’identità e le responsabilità che le appartengono. Oggi, essa dispone di un patrimonio inestimabile di idee, di istituzioni e di forza culturale. Nel mondo, essa è identificata e riconosciuta innanzitutto per la cultura, i modelli e i valori che propone. Il suo modello di convivenza, di libertà, di solidarietà, di dignità umana è il nostro passaporto per il mondo. Il senso di responsabilità è il nostro dato più caratteristico.

I grandi europei sono sempre stati riconosciuti non solo sulla base del loro sapere o del loro potere ma per  la loro capacità e la loro volontà di essere utili agli altri, di porsi al servizio di un progetto di società. Questa nostra stessa cultura ci ha spinto a superare i poteri assoluti, ad abbandonare la sacralizzazione dello stato nazionale, a sviluppare modelli d’equilibrio e di rispetto reciproco tra i vari poteri che caratterizzano un’entità politica. Soprattutto, la nostra esperienza storica e il nostro patrimonio culturale ci hanno spinto verso nuove forme di esercizio e di regolazione del potere, di tipo sovranazionale, per tutelare il nostro modello ed affrontare le nuove sfide in un mondo che era cambiato dopo due guerre mondiali.



Ora, quel mondo sta nuovamente cambiando. Siamo quindi posti innanzi alla necessità di identificare quei valori e quei principi su cui edificare la nostra nuova casa comune. La nuova casa sarà costruita sulla  diversità culturale, che è la nostra grande forza. Sarà un progetto multiculturale. L’Europa non è né mai sarà un progetto omogeneizzante, un’esperienza ibrida in cui parleremo la stessa lingua, condivideremo la stessa cultura. Al contrario, l’Europa è la risposta ai rischi di omogeneizzazione culturale ma anche ai localismi, manifestazioni di chiusura e di rifiuto ben lontane dalle nostre tradizioni di tolleranza e di dialogo.


Ogni popolo europeo è espressione di una propria identità, di una propria storia e di una propria cultura. La nostra forza, la nostra grandezza è sempre stata quella di aver saputo convertire tale diversità in complementarità e in azione positiva, anziché in contrapposizione e scontro. Parlare di identità europea vuol dire aggiungere una nuova dimensione a quello che siamo, vuol dire condividere un destino comune e sviluppare nuove comuni espressioni di solidarietà all’interno dell’Unione.


Tale solidarietà, spesso intesa in senso unicamente economico, ha in realtà una grande valenza politica ed è attorno a questo concetto chiave che dobbiamo organizzare la nuova convivenza nell’Europa unificata e conseguire, secondo il saluto di San Francesco, l’ideale della Pace. Pace come radice evangelica, profezia, responsabilità e come frutto della giustizia e di nuovi rapporti tra gli uomini, i popoli, le civiltà.
(Romano Prodi per il volume dei Frati di Assisi "750 anni tra incontri e dialogo") 

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