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Animalisti contro padre Gilles scatta la protesta con i santini di san Francesco

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Un santino per don Gilles Jeanguenin, il parroco anti-cani in chiesa che sta facendo arrabbiare gli animalisti di mezza Liguria, con tanto di protesta a suon di preghiere. L’idea è dell’Enpa di Savona che, decidendo di combattere su un terreno tutto religioso, si affida a San Francesco d’Assisi per «redimere» il parroco svizzero in servizio ad Alassio che, giovedì scorso, in piena messa, ha fatto allontanare una coppia che era in compagnia del suo golden retriever.

L’appello, rivolto agli amanti dei quattrozampe, è comparso sulla pagina Facebook dell’associazione, dove è stata postata l’immagine del Santo con l’invito a scaricarla e a portarla con sé nella chiesetta di Sant’Anna - teatro dell’ormai famosa “cacciata” - per poi rivolgere una silenziosa preghiera e lasciare il santino in bella vista sulle panche, a mo’ di promemoria per il don.

«Può darsi che così il prelato riveda le sue discutibili opinioni – tuona Gianni Buzzi della Protezione animali savonese –. Sono d’accordo sull’allontanare i padroni maleducati che lasciano scorrazzare o abbaiare i cani in chiesa come se nulla fosse, ma nel caso di giovedì scorso si trattava di un cucciolone tranquillo con due persone assolutamente a modo. Non c’era ragione di obbligarli ad andar via».

La scena è avvenuta davanti agli occhi di alcuni fedeli, alcuni dei quali hanno gridato allo scandalo. «I religiosi dovrebbero insegnare il rispetto per tutte le creature, no? – continua Buzzi -. Recentemente anche il Papa si è mostrato più tollerante, anche se una buona parte del clero pare non voler evolvere. Purtroppo, guardando la nostra provincia, conto molti preti cacciatori, il che non gioca certamente a nostro favore».

Di qui la protesta pacifica con l’immaginetta di San Francesco da «regalare» a don Gilles. «Ci rivolgiamo prima di tutto agli animalisti alassini, per i quali raggiungere Sant’Anna, in pieno budello, è più semplice – spiega Buzzi – Basta un click per scaricare la raffigurazione, portarla con sé e poi lasciarla lì, affinché il sacerdote svizzero la trovi e, magari, rifletta un pochino. Chissà che “Il cantico delle creature” non gli risuoni nelle orecchie».

La posizione di don Gilles è comunque stata sempre chiara: «Nulla contro gli animali - ha precisato fin da subito - Si tratta semplicemente di rispetto dei luoghi sacri e di educare le persone, più che i cani». E infatti, qui, tra i comportamenti mal tollerati ci sono anche telefonini squillanti e abiti succinti: fedeli avvisati, mezzi salvati. (La Stampa)

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