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ALBERO DI NATALE E LE SUE ORIGINI CRISTIANE. LO SAPEVATE CHE...

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

NATALE AD ASSISI, ARRIVATO L'ALBERO IN PIAZZA SAN FRANCESCO

La vera origine del nostro albero di Natale


L’origine della festività del Natale si spiega, indipendentemente dalla questione della data, a partire da pensiero cristiano sulla manifestazione e l’incarnazione di Cristo. L’avvenimento cosmico alla base del culto del sole venne incluso nell’atto salvifico di Cristo che rinnova tutta la creazione. Un analogo collegamento fra redenzione e creazione determina l’origine dell’albero di Natale. Se oggi interroghiamo un cristiano o un non cristiano sull’origine dell’albero di Natale, nella stragrande maggioranza dei casi riceviamo la risposta che si tratta di un’antica usanza pagana. Il significato cristiano dell’albero di Natale, non va fatto derivare dal solstizio d’inverno, ma ha un’origine propria, che risale ad una tradizione medievale e al suo significato religioso: le rappresentazioni medievali dei misteri, che, quale preludio alla festività natalizia, nella Santa Notte mettevano in scena, davanti ai portali delle chiese, la storia del peccato originale nel Paradiso. Nella Bibbia non viene indicata la specie dell’albero, e a secondo delle zone esso si identificava con le piante locali. In Germania si trattava del melo, e il suo frutto si è imposto come “frutto proibito”.

Poiché il 24 dicembre era difficile trovare un melo in fiore, si ricercò un albero diverso, e naturalmente si impose la scelta del sempreverde abete, tanto più che già in precedenza i suoi rami erano serviti da ornamento dei portali durante il periodo natalizio. All’abete si appese la mela (o parecchie mele).Così questo tipo di rappresentazione conferì all’albero di Natale il suo significato cristiano: nella notte del Natale il peccato dell’uomo è stato espiato per mezzo dell’incarnazione di Cristo. Abbiamo chiare testimonianze che, al momento in cui l’albero di Natale si diffuse, non ci si limitava ad accostare la nascita di Cristo e l’espiazione del peccato dell’uomo, ma si coinvolgeva nella meditazione anche la morte in croce del Cristo venuto al mondo nella santa notte; proprio l’abete decorato esprimeva anche questa idea, per la presenza dell’ostia appesa accanto alla mela. Da questo infatti si attuò il passaggio, così rilevante per la storia dell’albero di Natale, dell’albero stesso dalla piazza antistante la chiesa alle abitazioni, venne appesa quasi regolarmente, oltre alle mele, anche un’ostia. L’ostia conferisce all’abete una ulteriore dimensione cristiano-religiosa: alla mela, che ha condotto l’uomo alla morte, si contrappone l’ostia, il pane che dona la vita; si tratta del pane eucaristico, del corpo di Cristo offerto per il perdono dei peccati.

In seguito dalle ostie si sono sviluppati i biscotti di Natale, che oggi sovente decorano l’abete.

La decorazione originaria si limitava alle mele e alle ostie. Sugli abeti, che ormai trovavano accesso anche nelle abitazioni delle famiglie, si aggiunsero altri ornamenti, che da allora si diffusero sempre più. Delle candeline, oggi così caratteristiche, non si hanno notizie certe. All’inizio l’albero deve essere stato illuminato in modo particolare da un candeliere posto nella stanza e solo in un secondo tempo le candeline furono fissate sui rami per proclamare con l’abete ormai risplendente quale “albero della luce”  che ora “la luce splende nelle tenebre” (Gv. 1,5) e che Cristo è “la luce del mondo” (Gv. 8,12).  

Tratto da L' origine della festa del Natale di Oscar Cullmann, teologo luterano tedesco

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