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Aereo Germanwings, copilota vivo fino allo schianto. E' stato un gesto volontario.

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Una conoscente afferma che sospese l'addestramento per depressione

"Il copilota è rimasto solo al comando" dell'aereo. E' questa la ricostruzione fornita da Brice Robin, procuratore che si occupa dello schianto aereo dell'Airbus A320 della Germanwings, nel corso di una conferenza a Marsiglia. Il comandante ha provato a entrare in cabina, una volta uscito, "ha bussato più volte con colpi violenti", ma "non ha ricevuto risposta". Il copilota si chiamava Andreas Lubitz, 28 anni, ed era originario di Montabaur, nel Lander Renania-Palatinato: il sito del quotidiano tedesco Faz  ha raccolto la testimonianza della madre di un'amica d'infanzia di Lubitz, che ha rivelato che il pilota avrebbe confidato in passato alla ragazza di aver sospeso il suo addestramento per "una sindrome da burnout, una depressione". La ragazza avrebbe visto il giovane l'ultima volta prima di Natale e gli sarebbe sembrato "assolutamente normale", scrive il sito The Local De. La procura tedesca sta ora perquisendo le due case del pilota, che viveva insieme con i genitori a Montabaur  ma aveva anche una casa a Dusseldorf, nella periferia della città.

Secondo la ricostruzione del procuratore, Lubitz è rimasto vivo fino allo schianto: Robin ha parlato di "gesto volontario". Il copilota  è rimasto da solo in cabina e ha azionato "volontariamente" la discesa dell'aereo. Per i primi 20 minuti, ha riferito ai giornalisti, il comandante e il copilota hanno degli scambi verbali "normali" e "cordiali". Dalla registrazione, sottolinea, non emerge "nulla di anormale".

Poi, il comandante prepara il briefing per l'atterraggio a Duesseldorf e "la risposta del copilota sembra laconica". A quel punto, ha proseguito Robin, si sente il comandante chiedere al copilota di prendere i comandi ed il rumore di un sedile e di una porta che si chiude. Presumibilmente, il comandante si è assentato dalla cabina per "soddisfare un bisogno fisiologico". Il copilota "in quel momento è solo e manipola i comandi per azionare la discesa dell'apparecchio".

"Voleva distruggere l'aereo". Robin ha poi aggiunto che il respiro del copilota è registrato nella scatola nera fino al momento dell'impatto, il che significa che si è deliberatamente rifiutato di aprire al comandante rimasto fuori. Il magistrato ha quindi escluso l'ipotesi di un malore del copilota che era ai comandi: "Il respiro che si ascolta dalle registrazioni è quello di una persona normale". Stando alla ricostruzione degli inquirenti, il copilota ha iniziato a far perdere quota all'aereo dopo essersi rifiutato di aprire la porta della cabina. I motivi del gesto, secondo Robin, sono totalmente ignoti. Comandante e copilota "non sono classificati come terroristi", ha specificato il procuratore. "Ignoriamo totalmente la ragione se non come la volontà di distruggere questa aereo", ha aggiunto il magistrato. Ai giornalisti che chiedevano notizie sulla religione del pilota, facendo riferimento a una ipotesi di terrorismo, Robin ha risposto: "Non credo che si debba ricercare in quella direzione. Al momento nulla ci dice che si tratti di terrorismo. Sono state chieste le origini personali, familiari e professionali del copilota di nazionalità tedesca", ha poi specificato Robin. Sull'ipotesi legata al suicidio, Robin ha ribadito di non poter dire altro, oltre che "lui ha volontariamente permesso la perdita di quota, totalmente anomala, che non aveva alcun motivo per fare".

Niente mayday. Nel corso della conferenza stampa, Robin ha confermato che durante il volo, anche dopo la perdita di quota, "nessun messaggio di allerta o mayday è stato ricevuto dai controllori aerei". Dalla cabina di pilotaggio, ha spiegato, "non è stata data risposta ai numerosi appelli lanciati dai controllori aerei".

I passeggeri "si sono resi conto di quanto accadeva solo pochi istanti prima dell'impatto", ha affermato il procuratore. Nella registrazione della scatola nera, ha spiegato Robin, "si sentono le urla dei passeggeri sono poco prima dell'impatto".

Lufthansa: "Tragedia impensabile". Carsten Spohr, amministratore delegato di Deutsche Lufthansa, nel corso di una conferenza stampa a Colonia, ha confermato che Andreas Lubitz aveva "superato tutti i test medici, ma anche tutti i test psicologici, era atto al volo, al cento per cento. Indipendentemente da quanto la sicurezza sia in primo piano, un avvenimento simile non si può mai escludere del tutto". Secondo Spohr, "entrambi i piloti avevano superato i test, avevano fatto la scuola di pilotaggio a Brema e poi a Phoenix, in Arizona". L'ad ha spiegato che "il copilota ha cominciato la formazione nel 2008 e dopo ha avuto un periodo di sospensione di 11 mesi, nel 2013 è stato assunto da noi come primo ufficiale e ha cominciato a lavorare su questo tipo di velivolo". "C'è stata una lunga interruzione nei 6 anni della sua formazione dove abbiamo esaminato le sue capacità, le prestazioni di volo erano perfette, senza alcun problema", ha assicurato Spohr, ribadendo che durante il volo di andata non era stato notato alcun comportamento anomalo da parte del copilota. "Siamo veramente sconvolti, turbati", nemmeno "nell'incubo più terribile potevamo immaginare quello che è successo", ha poi aggiunto l'ad esprimendo stupore per l'azione deliberata di Lubitz:  "Noi della Lufthansa scegliamo il personale di cabina con attenzione, è parte del nostro Dna. Non guardiamo solo capacità alle tecniche e cognitive ma anche ai profili psicologici", ha assicurato Spohr. I piloti della Lufthansa "rimangono e sono i migliori al mondo", ha aggiunto Spohr, "ho la fiducia più totale e completa nei nostri piloti, che rimangono e sono i migliori al mondo. Fanno parte integrante del nostro marchio e per me quello che è accaduto è veramente una cosa tragica e impensabile", ha sottolineato. "Non sono giurista ma se una persona nel suo suicidio prende la vita di 150 persone, non è più un suicidio, si chiama in un altro modo", ha poi aggiunto l'ad. Spohr ha anche ricordato che i regolamenti europei, a differenza di quanto accade invece negli Stati Uniti, non impediscono che uno dei piloti rimanga da solo all'interno della cabina. In Europa non è previsto, ha detto, che un membro dell'equipaggio entri nella cabina per evitare che uno dei piloti rimanga da solo, come accaduto sull'Airbus A320 della Germanwings.

Chi era Lubitz. Una prima ricostruzione del profilo di Andrea Lubitz è stata fornita da Gabriele Wieland, sindaca di Montabaur, cittadina di 12.500 abitanti della Renania-Palatinato. "Viveva con i genitori a Montabaur e aveva una casa anche a Duesseldorf", ha spiegato la Wieland.  Il copilota 28enne lavorava con Germanwings dal settembre del 2013 e aveva accumulato 630 ore di volo. Prima di iniziare a lavorare per la low cost, aveva frequentato la scuola di formazione della Lufhtansa a Brema, dove avviene l'addestramento dei piloti della compagnia aerea tedesca. Il comandante si chiamava invece Patrick S., anche lui di nazionalità tedesca,  padre di due figli e con oltre 10 anni di esperienza di volo.

Confermata dunque la ricostruzione fornita dal New York Times: uno dei piloti dell'Airbus A320 Germanwings ha lasciato la cabina prima della discesa dell'aereo, senza poi riuscire a rientrare nonostante i tentativi di aprire la porta, anche con la forza.  Intanto si procede all'estrazione di ulteriori informazioni dalla scatola nera. Secondo un pilota di A320 con 12 anni di esperienza,  la manovra di discesa controllata potrebbe essere stata eseguita da Lubitz per aggirare i numerosi computer di bordo che avrebbero automaticamente corretto la quota.

"Quell'Airbus spesso a terra per guasti". La commissione trasporti del governo tedesco avvierà un'indagine sulla sicurezza degli aerei della compagnia Germanwings. Lo ha annunciato il presidente della commissione. "Metteremo in discussione tutto, dal concetto di sicurezza della Germanwings agli intervalli tra le manutenzioni alla tecnologia concreta dell'Airbus", ha detto Martin Burkert al quotidiano Die Welt aggiungendo che la decisione è stata presa anche considerando precedenti incidenti di volo. L'Airbus A320 schiantatosi sulle Alpi francesi era piuttosto "impopolare" tra i piloti della Germanwings a causa dei suoi frequenti problemi tecnici. Era "uno degli aerei che rimanevano più spesso a terra", ha detto al quotidiano tedesco Westdeutsche Allgemeine Zeitung un pilota della compagnia aerea che chiesto di mantenere l'anonimato. Come è emerso, l'aereo il giorno prima dell'incidente era rimasto a terra per un'ora a causa di una riparazione al portellone del carrello anteriore. La Lufthansa ha però escluso che l'episodio sia da mettere in relazione con la sicurezza del velivolo. L'Interpol ha intanto deciso di inviare un team di quattro uomini nel sud della Francia per collaborare alle indagini sull'aereo caduto. Lo ha confermato il segretario generale Jurgen Stock ai media tedeschi. Anche l'Fbi ha offerto collaborazione alle indagini.

Il recupero dei corpi. Sono intanto riprese le operazioni di recupero dei corpi delle vittime del disastro. Diverse centinaia di persone, tra famiglie e persone legate alle 150 vittime, in arrivo da Germania e Spagna, sono attese oggi nel luogo dell'incidente. Saranno accolte nelle camere ardenti allestite in due località vicine all'incidente, Seyne-les-Alpes et Le Vernet. Almeno due grandi tendoni in plastica bianca, completamente chiusi, sono stati sistemati questa mattina davanti alla cappella di Seynes-les-Alpes. I parenti delle vittime incontreranno il procuratore della repubblica di Marsiglia, Brice Robin, che formalmente è il titolare dell'inchiesta sullo schianto dell'Airbus 320. Andrea Silenzi, repubblica.it

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