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“Semi” di guerra. In qualsiasi momento possono provocare dolore

Fra' Vicino
Pubblicato il 30-11--0001

Nel piccolo paese di campagna ritrovarsi in piazza a raccontare gli episodi della vita non è solo un passatempo. Sia gli anziani che i più giovani, si rendono così partecipi di storie e racconti coinvolgenti, che sollecitano la curiosità dei fanciulli, i quali pur restando in silenzio, ascoltano e recepiscono a modo loro realtà che sembrano realizzabili.

È avvenuto infatti che nel raccontare certi episodi della guerra alcuni anziani hanno parlato di un tesoro che i loro padri avevano nascosto in una zona non ben definita, ma fuori del paese, e che nessuno era riuscito a ritrovare. Questa curiosità era entrata nella mente di alcuni ragazzi, che si erano messi insieme per ritrovare questo misterioso tesoro. Uscivano nel pomeriggio e tra siepi e campi, con palette ed altri arnesi, si avventuravano a fare le loro esplorazioni. Più volte vedendoli gironzolare nelle campagne, gli era stato chiesto che cosa facessero, loro mantenendo il segreto dicevano di fare delle comuni passeggiate.

Erano ormai giorni che perseguivano questo intento, ma già qualcuno di loro si era dileguato, stanco di girare a vuoto, e raccontarono anche il motivo di queste passeggiate un po’ strane, con badili e attrezzi da campo. Gli anziani allora intervennero a distogliere questo gruppetto dal continuare le ricerche, dicendogli che non c’era niente di vero su quel tesoro e che avrebbero fatto bene a smettere. I ragazzi si sentirono un po’ defraudati da questa rivelazione, ma si lasciarono convincere ed interruppero le loro laboriose ricerche.

Erano passati alcuni giorni ed era venuto il tempo di arare i terreni per preparali alla semina, così alcuni paesani, messi in moto i trattori, si avviavano verso i campi per preparare la maggese. Come è abitudine anche i ragazzi seguono i genitori nei campi, così M. era insieme a suo padre mentre arava. Era quasi mezzogiorno e M. viene mandato a prendere dell’acqua vicino alla sorgente poco distante dal campo. Il ragazzo aveva già riempito la così detta cupella (recipiente di legno che mantiene fresca l’acqua), quando sente un tremendo scoppio. Lo spettacolo è terrificante: il trattore rovesciato e suo padre sotto; M. comprende che non c’è tempo da perdere e con il telefonino chiama subito i soccorsi e i famigliari.

Davanti al trattore c’è una grossa buca e intorno schegge di ferro che fanno capire al ragazzo che lì c’era un ordigno bellico, esploso con all’urto con l’aratro.

I primi soccorsi sono dei paesani che avendo sentito l’esplosione accorrono e riescono a tirare fuori da sotto il mezzo il padre di M. che, seppur ferito, è in discrete condizioni e verrà portato in ospedale all’arrivo dei medici. 

Pochi giorni e potrà tornare tra i suoi famigliari e paesani. M., che era uno di quei ragazzi che si erano messi alla ricerca del fatidico tesoro, rivolgendosi ai paesani che cercavano di dargli conforto dice: «Ecco, vedete il tesoro c’era veramente ma era un tesoro molto pericoloso, che hanno seminato quelli che dicono di amare la pace ma seminano guerre».


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