approfondimenti_francescani

La più grande mistica francescana

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001



Ricorre quest'anno il VII centenario del felice transito dalla terra al cielo della Beata Angela da Foligno (1309-2009), terziaria francescana e mistica di assoluta grandezza. La sua spiritualità è tutta serafi ca, tutta bruciante, tutta ardore come quella di Francesco, tanto che è stata defi nita “la più alta erede di Francesco” (C. Leonardi) e “la più grande mistica francescana” (Pio XII). Abbiamo la fortuna di conoscere la sua avvincente esperienza spirituale grazie al suo libro autobiografi co che, secondo uno scrittore francese, “in ogni pagina trasmette il sentimento del sublime e fa passare nell'anima come un brivido d'infi nito” (P. De Jaegher).
Il rapporto che Angela ha con il Poverello d'Assisi è speciale, privilegiato. È stato giustamente scritto: “Nessuna è più francescana di Angela” (D. Barsotti) e in merito al suo itinerario di conversione: “Per Angela la via di Damasco è stata la via di Assisi” (G. Pozzi). Sono molte le consonanze, le affi nità e le parentele tra le loro due sublimi esperienze, ma in questo articolo possiamo passare in rassegna, a volo d'angelo, solo alcuni dei loro “incontri” spirituali.
Il primo risale al 1285 e coincide proprio con l'avvio del cammino di conversione di Angela. Immersa in molti peccati, turbata giorno e notte dai rimorsi e desiderosa di venir fuori da una situazione di vera e propria tempesta interiore, Angela supplica l'Assisiate perché le ottenga la grazia di potersi ben confessare, per vincere così i tormenti della coscienza e riacquistare la pace interiore. Subito ha una visione di Francesco che le dice: “Sorella mia, se mi avessi pregato prima, prima ti avrei esaudito; ma ciò che hai chiesto ti è concesso” (Il Libro della B. Angela da Foligno, a cura di L. Thier e A. Calufetti, Grottaferrata 1985, 736). Il giorno seguente, la penitente trova il confessore desiderato nella persona di frate Arnaldo, fi glio del convento di San Francesco a Foligno e cappellano del vescovo della città. Qualche anno dopo, nel 1291, Angela entra nel Terz'Ordine Francescano professandone la regola. Inizia quest'avventura con tanto fervore, fermezza e desiderio di progredire che, pochi giorni prima della festa di San Francesco, si reca con un gruppo di pellegrini folignati ad Assisi per chiedere al Santo di ottenerle una nuova grazia: “poter fare una vera esperienza di Cristo, osservare perfettamente la regola professata e saper vivere e morire veramente povera” (Ivi, 178).
Giunta nella città serafi ca, dopo aver pregato davanti alla tomba di San Francesco, Angela sale nella Basilica Superiore, che le si presenta stupenda nelle snelle linee architettoniche, nelle volte azzurre, nelle vetrate istoriate e nelle pareti splendidamente affrescate. In questo luogo incantevole e unico al mondo si verifi ca una mirabile locuzione divina che chiama in causa Francesco. Mentre, infatti, la pellegrina è inginocchiata e raccolta in preghiera, all'improvviso alza lo sguardo verso l'alto e rimane colpita dalla prima vetrata a sinistra di chi entra: vi è raffi gurato il Cristo glorioso che stringe al petto Francesco, visto nella sua perfetta conformazione al Maestro (Alter Christus). Subito una voce interiore le sussurra: “Così ti terrò stretta e molto più di quanto si possa vedere con gli occhi del corpo” (Ivi, 184).
Il 22 agosto del 1292 Angela si reca di nuovo ad Assisi per chiedere al Santo la liberazione da forti tentazioni, tristezze e turbamenti che da qualche tempo la stanno provando. La supplica anche questa volta viene esaudita. Durante la messa cantata, infatti, Angela si sente rivolgere da Dio dolcissime parole che le donano un'infi nita serenità interiore: “Figlia mia, a me cara, nessuna creatura può darti consolazione all'infuori di me”.
Poi ha una visione della potenza e dell'amore di Dio che abbraccia tutto l'universo, e piena di stupore esclama: “Questo mondo è pregno di Dio!” (Ivi, 260-262). Nel 1294 Angela compie un altro pellegrinaggio ad Assisi, in preparazione alla festa di San Francesco, vi s'intrattiene dieci giorni favorita da consolazioni, locuzioni e rivelazioni, ed ha di nuovo come interlocutore il Serafi co Padre in un incontro che la riempie d'ineffabile gioia. Durante la messa celebrata nella Basilica, Francesco si presenta come inviato di Dio e si intrattiene con Angela in un colloquio dolcissimo e familiare, di cui lei riferisce solo qualcosa: “In quella circostanza mi furono rivolte queste parole: «Io sono Francesco, mandato da Dio. La pace dell'Altissimo sia con voi». Chiamandomi, disse: «Luce, fi glia della Luce, che è luce di ogni luce», e aggiunse altre cose, che qui non vengono riportate” (Ivi, 262).
La locuzione mistica diventa poi un caldo invito ad Angela a farsi portavoce presso i discepoli del Poverello perché amino e osservino la povertà: “Raccomanda loro il podere, cioè la proprietà, che ho lasciato (e capivo che si riferiva alla povertà che aveva ordinato di osservare); raccomanda a coloro che mi seguono di amare ciò che io ho amato”. Con sua grande consolazione, queste locuzioni interiori durano tutto il tempo del soggiorno assisano: “Finché restai in Assisi, quotidianamente, per più di nove giorni, ascoltai le parole del beato Francesco” (Ivi). Un'altra esperienza mistica, in cui sono coinvolti Francesco e Angela, accade nella casa della Beata e rivela come la sua devozione verso il Santo si vada trasformando in reciproca amicizia, confidenza e familiarità. Angela giace a letto malata e ha una visione di Gesù, che si intrattiene affettuosamente con lei come un amico carissimo, la colma di dolcezza e le arreca una grandissima, inenarrabile gioia. Poi lo stesso Gesù le presenta Francesco che le rivolge parole molto consolanti e soprattutto un elogio straordinario, davvero unico. Racconta Angela: “Egli [Cristo] mi presentò il beato Francesco e disse: «Ecco colui che hai tanto amato dopo di me; voglio che ti serva». A quel punto il beato Francesco mi dimostrò tanta familiarità e così intimo amore, da oltrepassare ogni misura, ed io mi ci dilettai molto. Egli allora mi disse parole altissime e segretissime e dopo aggiunse: «Tu sei la sola nata da me»” (Ivi, 598).
Questo singolare e bellissimo riconoscimento, che non va inteso in senso esclusivo perché Chiara per esempio è un'altra degnissima fi glia di Francesco, esprime un'indubbia realtà: Angela è una vera erede del Santo e continua a trasmettere agli uomini e alle donne di ogni tempo e di ogni latitudine le linee portanti del sentire, del pensare e del vivere francescano. Possiamo entrare in questo progetto anche noi, odierni discepoli e amici di Francesco e di Angela. La consapevolezza dei nostri limiti non ci tarpi le ali, perché la grazia del Signore è sempre all'opera e dona fi ducia. Lo esprime con parole molto belle e incoraggianti l'autore de La nube della non conoscenza: “Non è quello che sei, né quello che sei stato, ciò che Dio vede con i suoi occhi misericordiosi, bensì ciò che tu potresti essere!”.

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA