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Il linguaggio di San Francesco, come madre per i frati

Milvia Bollati
Pubblicato il 30-11--0001

Tra le tante testimonianze, raccolte nelle fonti, ricordo in particolare un episodio che ha per protagonisti Francesco e un frate di nome Stefano. Si trovavano in un romitorio insieme ad altri frati. Francesco aveva affidato a fra Stefano il servizio in cucina. Il racconto restituisce con immediatezza e semplicità la realtà di quei giorni, passati tra il silenzio e la preghiera, ma anche i colloqui con Francesco che sanno comunicare l'affabilità e la gioia di un vero frate minore.


“Per comando di Francesco ci si applicava al silenzio e alla preghiera fino a che frate Stefano dava il segnale per il pranzo, battendo dei colpi su una tegola”. È l'ora del pranzo e della fraternità che si trova nuovamente unita alla stessa mensa. Francesco non lascia solo nel suo compito fra Stefano. “Era abitudine del beato Francesco uscire all'ora di terza dalla cella e, se non vedeva acceso il fuoco in cucina, raccoglieva con le sue mani un certo quantitativo di verdura chiamando silenziosamente fra Stefano: «Vai, gli diceva, e fai cuocere queste erbe e faranno bene ai frati».”


Ancora una volta possiamo toccare con mano la premura e l'attenzione di Francesco per i suoi frati, come una madre che tutto vede e tutto fa, silenziosamente. In altre occasioni Francesco non manca di manifestare la sua soddisfazione per un pranzo ben preparato, uova e latticini, che “tutto allegro mangia insieme ai suoi frati, lodando l'avvedutezza del suo cuoco”.


Ma il racconto prosegue con altri dettagli ed episodi. “Alcune volte, con un volto un po' turbato, diceva: «Hai fatto un po' troppo oggi, fratello; voglio perciò che domani non faccia cuocere niente». E lui, che aveva un santo timore del beato Francesco, eseguiva la sua volontà. Quando poi, il giorno dopo Francesco vedeva la mensa adorna di soli frustoli di pane, vi si sedeva con grande letizia insieme ai frati, ma, di tanto in tanto, diceva: «frate Stefano, perché non ci hai fatto nulla da mangiare? ». E rispondendo lui: «Perché così mi hai comandato tu», san Francesco soggiungeva: «è cosa buona la discrezione, ma non sempre si deve stare a quello che dicono i superiori».” Il tema è certo quello della povertà che si esprime anche in una mensa parca e frugale. Il tema è anche quello dell'obbedienza come nella risposta pronta e sollecita di fra Stefano a Francesco.


Ma il tema è anche e soprattutto quello della discrezione nell'esercizio dell'uno e dell'altra. Guidati dallo Spirito e non dalla lettera, come amava fare Francesco.
di Milvia Bollati

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