UOMO, NATURA, AMBIENTE

di Franco Cardini

Di solito si accusano ebrei e cristiani di scarsa sensibilità per la natura: tale accusa si fonda sul passo del Genesi nel quale l’uomo sembra essere dichiarato “padrone” di tutte le cose con diritto di sfruttarle secondo al sua convenienza.

Per la verità, tuttavia, il testo biblico non parla affatto di una “proprietà assoluta”, bensì di un possesso responsabile. Dio non dona all’uomo il creato: glielo affida, rendendolo custode di esso. Difatti, il concetto di “creato” non è perfettamente sinonimo di quello di “natura”. A differenza del secondo, il primo implica un Creatore: ed è Lui solo il padrone assoluto, del Quale senza dubbio l’uomo è creatura privilegiata, ma nel senso che ogni privilegio ha un corrispettivo. Il prezzo del possesso del creato è la responsabilità, com’è stato lucidamente spiegato dal papa nell’enciclica Laudatosi’.

Questi temi sono tornati potentemente d’attualità con il summit di Parigi sul clima, dal quale è risultato evidente che un uso irrazionale e irragionevole degli strumenti del progresso può risultare suicida per l’intero genere umano. Ciò ripropone qualcosa che la Modernità si è illusa di poter superare: la “cultura del limite”, che il fondamentalismo progressista e utilitarista si è illuso di aver battuto e di poter quindi ignorare.

In realtà, quindi, non il cristianesimo bensì l’abiura pratica ad esso ha provocato l’illusione tipica della cultura faustiana, la quale s’illude di poter superare il concetto di creato riducendolo a una natura passibile di infinite, illimitate modifiche secondo l’utilità apparente e insomma l’arbitrio. E’ l’antica illusione magica trasferita dal mondo della meraviglia, del fantastico, a quello non già – attenzione! – “razionale”, bensì razionalistico della scienza.

Quello del papa è quindi l’invito a liberarsi dalla più insidiosa delle superstizioni, quella di un razionalismo che ha fatto pensare a lungo agli occidentali di non aver più bisogno di né di Dio, né delle sue regole. Certo, possiamo dimenticarci dell’equilibrio del creato. Ma sarà lui, in tal caso, a non dimenticarsi di noi: e il suo richiamo all’ordine e alla realtà potrebbe rivelarsi durissimo.