Una questione di cuore

di Edoardo Scognamiglio

All’Angelus di domenica scorsa, 13 luglio, papa Francesco ha commentato la parabola del seminatore generoso – Gesù – che, senza stancarsi, con tanta pazienza e costanza, sparge in ogni angolo della terra, ossia nel cuore dell’uomo, il seme della Parola divina. A un certo punto, papa Francesco si è chiesto:
Evangelizzare, così come portare frutto, è una questione di cuore, ossia una passione che deve toccare completamente la vita di noi credenti. Si tratta di chiedersi se ci crediamo veramente. Fino a che punto siamo disposti a morire a noi stessi per diventare terreno buono? Il cuore, nella Bibbia, è la sede dell’intelligenza, della volontà e della conoscenza. Dunque, senza una relazione profonda e sincera, motivata e costante con Gesù, non possiamo portare frutto né diventare, come lui, seminatori di gioia, di quella Parola del Vangelo che dona luce e speranza a quanti sono in difficoltà e camminano sfiduciati in questo mondo.

A volte ci lasciamo prendere dalle preoccupazioni mondane, dall’avidità, dagli agi, dalle sofferenze del momento e gettiamo la spugna. Si può seminare e portare molto frutto solamente se il nostro cuore è rivolto al Signore, ossia se – come Maria – custodiamo nel cuore la Parola di vita, il Vangelo vivo, Gesù Cristo, e lo facciamo crescere in noi come albero rigoglioso. Chi ama e si dona con il cuore non misura gli sforzi né fa grandi calcoli: si affida completamente al Signore e confida nell’aiuto generoso di Dio che è Padre buono e misericordioso. È questa la lezione di vita che Gesù ci offre nella parabola del Seminatore generoso.