Impariamo a fare cose difficili

di Flavio Lotti

Non è facile parlare di pace. La vita che stiamo conducendo è piena di altre preoccupazioni. Non c’è spazio per la pace.E poi, che cos’è questa pace? Solo un sogno. Tanto la pace non c’è e non ci sarà mai. A che ci serve parlar di pace? E’ solo unaperdita di tempo.

Non è facile parlare di pace. Sembra sempre che stai parlando d’altro, di qualcosa di poco importante. Sia chiaro:siamo tutti per la pace! Ma se si tratta di dedicargli un po’ di attenzione cominciano i problemi. C’è sempre qualcosa di più importante e di più urgente da fare. La pace non è un nostro problema.

Non è facile parlare di pace.Eppure è sempre più necessario perché la stiamo perdendo e non ce ne stiamo rendendo conto. Anzi, sembriamo rassegnati alla sua lenta ma inesorabile dissoluzione.E’ come se avessimo perso il senso del pericolo e continuassimo la nostra vita senza renderci conto di quello che ci sta succedendo. Viviamo in una condizione di conflittualità diffusa che ci strattona dalla mattina alla sera. Siamo sempre più disperati (privi di speranza) ed esasperati. All’individualismo, all’egoismo e alle ingiustizie che ci hanno trascinato in questa situazione si aggiunge il peso di una crisi che sembra non avere fine. E finiamo tutti perchiuderci in noi stessi, sempre più soli e indifferenti. Non sappiamo più dove stiamo andando, non ci fidiamo più di nessuno e non crediamo più a nulla. Men che meno alla pace,una di quelle parole talmente manipolate da aver perso ogni valore e significato.

Non è facile parlare di pace ma dobbiamo ritrovare il coraggio di farlo oggi perché domanisarà ancora più difficile. La pacesi costruisce e si difende innanzitutto quando ce l’abbiamo. Il giorno in cui l’avremo persa del tutto sarà molto più difficile, faticoso e doloroso.

Ecco perché abbiamo deciso di organizzare, il prossimo 19 ottobre, una nuova marcia per la pace da Perugia ad Assisi.Perché dobbiamo riscoprire l’importanza della pace e dobbiamo darci da fare per realizzarla. Non c’è qualcun altro a cui possiamo delegare questo compito: ciascuno di noi si deve assumere delle responsabilità.Partecipare alla Marcia Perugia-Assisi insieme alla propria famiglia, al proprio gruppo di amici, alla propria scuola è un modo concreto per dire: io ci sto, noi ci stiamo, siamo pronti, vogliamo fare la nostra parte.

La pace va percorsa, a partire dai luoghi in cui viviamo. Ma ritrovarci insieme, in tanti, in un sol giorno sulla via di Assisi ci consentirà di generare un’energia nuova.Quella del 19 ottobre sarà la ventesima Marcia Perugia-Assisi realizzata dal 1961. Ma sarà la prima dell’era di Papa Francesco, un uomo straordinario che ci sta guidando sulla via di un cambiamento profondo. All’inizio dell’anno Papa Francesco ci ha consegnato un messaggio di pace che molti hannopreferito ignorare. Noi invece lo abbiamo posto al centro della prossima Marcia Perugia-Assisi e della sua preparazione perché contiene un principio in grado di salvare e trasformare il mondo: il principio umano e politico della fraternità. A nulla servirà rincorrere le tante emergenze che si stanno drammaticamente intrecciando se non avremo il coraggio di ripensare il nostro modo di guardare agli altri e riconoscere,negli altri, non più dei nemici ma dei fratelli e sorelle con cui camminare insieme.

Non è facile parlare di pace e di fraternità a chi non ha mai vissuto la guerra e per tanto tempo ha creduto di dover pensare solo a sé stesso. Eppure questo è il tempo in cui dobbiamo imparare a fare cose difficili. Come fece san Francesco parlando di povertà a chi affondava nella ricchezza, facendo la pace con il lupo, invitando a pranzo i ladroni, andando incontro al Sultano nemico. Come disseGianni Rodari: “Bambini, imparate a fare le cose difficili:
dare la mano al cieco,
cantare per il sordo,
liberare gli schiavi
che si credono liberi.”

Flavio Lotti
Coordinatore nazionale della Tavola della pace