Il valore di un gesto

di Flavio Lotti

Il prossimo 17 e 18 aprile 2015 tremilacinquecento giovani studenti di ogni parte d’Italia s’incontreranno nelle trincee della prima guerra mondiale per dare vita ad una grande manifestazione di pace. Non è difficile immaginare i commenti dello stuolo di scetticie benpensanti che affolla il nostro tempo: che ci vanno a fare? A perder tempo? A che serve parlar di pace? A niente! Tanto le guerre ci saranno sempre. Invece di andare in gita, non era meglio se restavano a scuola a studiare?

Achi non riesce a cogliere il valore dell’iniziativa rinnovo l’invito ad esserci e a vivere in prima persona questa straordinaria esperienza.Venite a vedere e ad ascoltare questi ragazzi e ragazze: vi chiariranno ogni dubbio!Nel frattempo mi permetto di condividere alcuni elementi di riflessione.

1. La guerra è una drammatica realtà del nostro tempo. Come il cambiamento climatico, la crescita demografica, la distruzione delle risorse naturali, le migrazioni, la diffusione della miseria, delle disuguaglianze, dello sfruttamento e della schiavitù. Nasconderla o ignorarla come fanno in molti fa solo danni. La buona scuola,invece,aiuta i nostri giovani a riconoscere i problemi e fornisce loro alcuni primi strumenti per affrontarli.

2. A Udine e nelle trincee della grande guerra gli studenti parteciperanno a una grandelezione di storia e di geografia, mescoleranno letteratura, poesia, matematica, tecnologia, filosofia, religione, musica, educazione fisica e artistica ma soprattutto saranno protagonisti di un grande laboratorio di cittadinanza italiana, europea e mondiale.

3. Sarà un grande gesto di pace. Dopo aver fatto memoria degli accadimenti e aver commemorato le vittime di tutte le guerre, i giovani rifletteranno sull’orrore della guerra e sulle guerre che ancora oggi dilaniano il pianeta. Sarà un intreccio di parole e silenzi, canti e musiche, poesie e interventi teatrali. Le trincee del secolo passato stimoleranno una riflessione sulle trincee (reali e metaforiche) dei nostri giorni e ascolteranno la presentazione di idee, proposte e impegni ma anche dubbi e preoccupazioni: cosa dobbiamo fare per chiudere l’epoca della grande guerra e incamminarci sulla via della pace?

4. Protagonista sarà la scuola e soprattutto quelle donne e quegli uomini, insegnanti e dirigenti, che tutti i giorni cercano di renderla migliore. Una scuola delle opportunità,impegnata inpercorsi di cittadinanza e di paceinventati e realizzati insieme agli studenti, sollecitando il loro protagonismo. Una scuola apertaalla comunità,disponibile a confrontarsi con il territorio e a rischiare nel terreno faticoso delle contaminazioni. Al suo fianco ci saranno amministratori locali, animatori culturali, giornalisti e scrittori, genitori e cittadini: come a dire che la sfida ci riguarda tutti, che la scuola non può essere lasciata sola.

5. Perché lo facciamo? Perché crediamo nei giovani e investiamo sulla loro formazione. Per consentirgli di fare un’esperienza unica e di viverla da protagonisti. Per aiutarli a comprendere che la pace come la guerra è una cosa terribilmente seria che va presa sul serio, un’opera concreta che richiede consapevolezza, assunzione di responsabilità, impegno continuo.Perché sappiano che ciascuno di loro può fare la differenza. Perché mai come oggi abbiamo bisogno di giovani operatori di pace. Perché, in un mondo dominato dall’indifferenza e dal cinismo, abbiamo disperato bisogno della loro passione e della loro creatività.