Il ruolo fondamentale della musica per una nuova umanita'

di Andrea Ceccomori

Ai nostri giorni credo che diventi sempre più importante sapere cosa è utile per uno sviluppo della società e dell’uomo contemporaneo, che, partendo dalla comunità cristiana, ci porti ad allargarci ad una visione più universale.

Ogni campo del sapere e della conoscenza deve porsi la domanda sul ruolo che il proprio operato svolge ai fini di una realizzazione dell’opera di Dio in terra! Per la musica accade la stessa cosa e ancor di più la domanda è rivolta alla musica sacra. Per realizzare il cambiamento occorre creare, ma cosa realmente crea e cosa si riproduce meccanicamente ? In che rapporto sta la musica con l’evoluzione umana? Assistiamo oggi a dei codici musicali stereotipati, utili solo a permettere la più larga diffusione delle opere musicali: direi forme stantie, utili a condizionare riflessi stereotipati. L’equazione alla quale si assiste è: codice musicale=comportamento correlato. Difficile uscire da questa impasse!

La compresenza di innumerevoli generi musicali oggi disponibili, sono lo specchio delle umane culture e comportamenti. In una simile situazione è difficile uscire dal seminato in quanto cambiare genere musicale, o modificarne anche parzialmente i codici, potrebbe risultare sconveniente ai fini di una immissione di senso e quindi di potenziale mercato. E’ vero d’altra parte che il genere musicale non è che l’evoluzione dell’estetica che ha assunto una condensazione, una standardizzazione per un modo d’uso: infatti la parola “estetica”, si può chiamare tale solo quando rientra in una comunicazione di senso, in una comunanza di elementi familiari e attigui che, selezionati da tuti i possibili suoni, garantiscono un portato di senso.

Cosa allora è creazione e cosa invece riproduzione o clonazione?
La creazione è quella parte attiva di un processo che parte da una zona che potremmo dire, per intenderci, “spirituale” o “intuitiva”,, o “sopramentale” per arrivare alla definizione di un concetto o un’idea da cui si forma la materia musicale. Scendendo infatti dall’intuitivo abbiamo l’idea musicale o il concetto, una musica appunto concettuale (si pensi a molta musica di ricerca, sperimentale e d’avanguardia). Al di sotto di questa abbiamo poi una musica più cristallizzata, più ferma, in cui prendono vita le ripetizioni, musicali e la stesura è più in orizzontale che in verticale (si pensi al jazz o alle musiche etniche). Ancora più giù e la musica si pietrifica fino a pochi elementi reiterati e duri (dance elettronica, rock ecc.). Dunque esiste una stratificazione che dal sottile arriva al denso e in ciascun passaggio stimola alcuni comportamenti, culture, modi di essere o di apparire. Dall’effetto che le musiche hanno sulle genti e le culture si può parlare di evoluzione umana o funzione sociale. Ogni musica è lo specchio della condizione sociale e viceversa. Mi si consenta infine una riflessione finale: prendendo atto da quanto su esposto, occorre lavorare sulla coscienza,, sul punto più interiore, ovvero su noi stessi, per attuare quel cambiamento musicale e sociale che dicevamo all’inizio. In questa libertà ritrovata possiamo attuare la stessa libertà di pensiero e di azione che solo la verità, per dirla con San Paolo, può dare.