Francesco, l'uomo che guarda in faccia la realtà

di Don Felice Accrocca

Nell’eremo di Sarteano Francesco visse uno dei suoi momenti difficili: tentato nella carne reagì flagellandosi, ma non ne cavò un ragno dal buco. Alla fine, gettandosi nella neve, ne fa sette pupazzi dicendo a se stesso: “Ecco, questa più grande è tua moglie; questi quattro, due sono i figli e due le tue figlie; gli altri due sono il servo e la domestica, necessari al servizio. Fa’ presto, occorre vestirli tutti, perché muoiono dal freddo. Se poi questa molteplice preoccupazione ti è di peso, servi con diligenza unicamente al Signore”. Subito, la tentazione lo lasciò. Oggi, invece, con crescente frequenza, alle prime difficoltà molti abbandonano la via in precedenza imboccata (matrimonio, vita sacerdotale o religiosa…), nell’ illusione che altrove non vi siano quegli ostacoli che, al momento, ci si trova davanti. Da uomo maturo Francesco guarda in faccia la realtà, mostrandosi capace di vedere le fatiche che ogni scelta di vita comporta. È a persone immature, infatti, desiderose di vivere un’eterna fanciullezza libere dalle responsabilità e dagli impegni, che la tentazione appare sempre e solo sotto il suo lato più bello e seducente, privo di rischi. Dobbiamo perciò lasciarci guidare non solo dal cuore, ma collegare testa e cuore, perché quando si agisce con l’una o con l’altro soltanto si finisce sempre per diventare quel che Dio non vuole: o sballottati qua e là da qualsiasi vento di dottrina (Ef 4, 14), seguendo unicamente le proprie passioni, incuranti di chi dovrà poi farne le spese, o aridi come un coccio (Sal 22, 16) e gelidi, incapaci di mostrare il volto dell’Amore.