Cristo “nacque per noi lungo la via”

di Don Felice Accrocca

Nel suo Ufficio della Passione Francesco afferma che Cristo “nacque per noi lungo la via”. Questa paradossale espressione egli l’attinse dalle Omelie sui Vangeli di Gregorio Magno, in specifico dall’omelia VIII, incentrata sul vangelo natalizio (Lc 2,1-14). Tale omelia era contenuta integralmente nell’Ordinario della Curia Romana, quale seconda delle quattro letture patristiche proposte per la notte di Natale, unitamente a testi di san Leone Magno, sant’Ambrogio, sant’Agostino. Quando Francesco, assieme ai suoi, ascoltava l’ufficio liturgico nelle chiese, udì dunque – e non una volta sola – l’omelia di papa Gregorio, da cui trasse la convinzione che poi trasmise nell’Ufficio della Passione. Come che sia, Francesco era comunque convinto che Maria avesse partorito in condizione di estrema incertezza (“lungo la via”), tanto che Tommaso da Celano riferisce che egli “non poteva ripensare senza piangere in quanta penuria si era trovata in quel giorno la Vergine poverella”. In questo mese di maggio, tanto caro alla pietà mariana, ci si commuove spesso – in modo sincero – di fronte a tante immagini della Vergine; forse, tra le tante ragazze che scendono dalle carrette del mare potrà essercene qualcuna (forse vi sarà già stata, forse vi sarà) che ha partorito lungo la traversata, lungo la via appunto, così come san Francesco riteneva avesse fatto la Vergine nel dare alla luce Gesù. Non so però se siamo altrettanto disposti a commuoverci, disposti a vedere in quella ragazza che stringe un bambino l’analogia con un evento che ha cambiato la storia del mondo. Una statua, in fondo, inquieta molto meno…