Come vogliamo vivere?

di Edoardo Scognamiglio

Durante l’Angelus del 9 febbraio, in Piazza S. Pietro, tra migliaia e migliaia di fedeli, papa Francesco ha commentato il Vangelo della Vª Domenica del Tempo ordinario, Anno A, soffermandosi sulle parole di Gesù: Voi siete il sale della terra… Voi siete la luce del mondo. Il papa ha affermato: .

Da qui il bisogno di porsi alcune domande: “Come vogliamo vivere? Come una lampada accesa o come una lampada spenta?”. I simboli del sale e della luce sono molto semplici e rinviano alla vita quotidiana: nell’identità e nella missione del cristiano c’è un fermento, una forza, che lo porta a cambiare il mondo cambiando se stesso. Il sale e la luce, infatti, non ammettono neutralità: agiscono sulle cose che toccano.

Il sale dà sapore non solo alle pietanze, ma alla stessa nostra vita: la corrode, la corrobora, la purifica, guarendo le cicatrici del corpo e dell’anima, e serve a custodire – attraverso il ricordo della sofferenza e il bene compiuto – quello che siamo e dove ci stiamo incamminando.

La luce è rivelazione non solo di Dio, ma anche di noi stessi e delle relazioni che siamo in grado di vivere con gli altri, soprattutto nella verità e nella giustizia. Si tratta della luce del Messia, di Gesù Cristo, che il discepolo ha ricevuto nel giorno del suo battesimo. È la stessa luce della fede che orienta il nostro cammino e ci permette di essere saldi davanti alle prove della vita, all’esperienza del male e del dolore. Il giusto, infatti, è colui che cammina in pieno giorno, secondo i comandamenti del Signore, con amore di compassione verso il povero e i più bisognosi.