Buon viaggio verso la Pasqua attraverso la quaresima

di Frate Augusto Drago

Una volta Francesco, implorato insistentemente da frate Elia, si recò a S. Damiano per predicare a Chiara e alle sue sorelle: «Quando furono riunite come di consueto per ascoltare la parola del Signore, ma anche per vedere il Padre, Francesco alzò gli occhi al cielo, dove sempre aveva il cuore e cominciò a pregare Cristo. Poi ordinò che gli fosse portata della cenere, ne fece un cerchio sul pavimento tutto attorno alla sua persona, e il resto se lo pose sul capo. Le religiose aspettavano e, al vedere il Padre immobile e in silenzio dentro al cerchio di cenere, sentivano l’animo invaso da grande stupore. Quando, a un tratto, il Santo si alzò e nella sorpresa generale in luogo del discorso recitò il salmo Miserere. E appena finito, se ne andò rapidamente fuori». Tommaso da Celano annota che tutte le sorelle scoppiarono in pianto: «col fatto aveva insegnato loro a stimarsi cenere, e inoltre che il suo cuore non provava altro sentimento a loro riguardo che non fosse conforme a questo pensiero» (2Cel 207). Miei carissimi giovani, ho desiderato iniziare con questo episodio di Francesco perché nessuno meglio di lui in questo momento ha incarnato ciò che all’inizio di questa Quaresima vogliamo vivere! Ancora una volta, egli, con la vita, ha incarnato quanto altri a parole avrebbero detto. Non è forse questa la grandezza di Francesco? Essere ciò che si proclama, vivere radicalmente ciò che si crede, semplicemente… mosso dall’Amore! Sì, miei carissimi, forse tante volte ci dimentichiamo che cosa ci muove realmente nella nostra vita di fede: la riduciamo ad abitudine, a norme da rispettare, a molteplici forme di servizio e carità svolte con coscienziosa premura e decisione, ma dimentichiamo quella “ragione” da cui tutto per noi ha avuto origine, quell’incontro che ha conquistato il nostro cuore! Arriviamo, nelle nostre premure ed affanni, a confondere il fine con il mezzo: quasi a pensare, in compagnia di Marta, che il servire “il molto correre ed affannarsi”, sia il primo bene ed il Maestro, seduto alla nostra mensa, resta con quella Parola per noi tra le sue mani, inabile a raggiungerci per i nostri troppi affanni! Possiamo anche fare la fine dei molti farisei che, ritti nella sinagoga, elencano al Padre, ma in realtà chiusi in un dialogo con il proprio io, la loro perfetta adesione alla legge, alle prescrizioni della preghiera e del digiuno, ma hanno perso il vero cuore in cui tutto trova senso e significato! “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? (Lc, 18,8)”, troverà ancora le nostre lampade accese, troverà cuori che ardono e che attendono trepidanti il suo ritorno? Oh come ci ritroveremmo a piangere amaramente se un giorno il Maestro dovesse bussare alla nostra porta e noi fossimo così impegnati a lavorare, seppur anche per Lui, da non avere il tempo di ri-conoscere la dolcezza della sua voce che ancora una volta, come tanto tempo fa, pronuncia il nostro nome! Triste si allontanerebbe! “L’Amore non è amato!, L’Amore non è amato” , andava gridando Francesco. “L’Amore non è Amato!”. Un giorno , Frate Leone, ascoltando queste commosse parole non si capacitava di come Francesco potesse pronunciarle pur avendo quello lasciato padre, madre, ricchezze, pur sopportando fame, nudità, fatica e persecuzione. “Non ti sembra Francesco di avere fatto abbastanza?”, abbastanza nel sopportare le stigmate, l’infermità degli occhi, la ribellione dei Ministri?”. A queste parole, però, il serafico Padre, con voce forte, grida: “Scrivi e ricorda nel tuo cuore, Frate Leone: non è abbastanza, non è abbastanza! Dio è il mai abbastanza!” (Leggenda perugina, 43 ). Miei piccoli compagni vorrei che questo grido di Francesco giungesse al mio cuore così come al vostro, vorrei che vi trovasse casa perenne in essi, per smuoverci dai luoghi comodi in cui troviamo riparo, quelle sicurezze in cui ci siamo chiusi, in quella routine che funziona bene, ma alla quale manca la sua vera anima: il Signore Gesù e la Novità che Egli stesso è e apporta alla nostra esistenza! Dio, il mai abbastanza! Colui che ci ama di Amore infinito, sconvolgente, fino a dare il suo unico figlio e sacrificarlo sulla croce per noi! Dio, il mai abbastanza che “ha riversato nei nostri cuori il suo Amore, attraverso lo Spirito Santo che ci è stato dato”( Romani, 5,1-5), per farci capaci di amare come Lui ama! Ecco allora questo tempo di Quaresima! Dolce tempo da trascorrere con Dio, con Colui che per primo ci amati e instancabilmente ci cerca per sussurrare la Parola al nostro cuore! “Perciò ecco, l’attirerò a me, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Là canterà come nei giorni della sua giovinezza…Ti farò sposa per sempre…ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os, 2,16-22). E’ tempo per ritornare al nostro primo incontro con Lui e, se in qualche modo, pensiamo non ci sia ancora stato, è il tempo giusto, per desiderarlo ardentemente. “ Di te ha detto il mio cuore: Cercate il suo volto, il tuo volto io cerco. Non nascondermi il tuo volto..” (Salmo 26, 8-9). Lasciamo ogni ricchezza, spogliamoci di quegli orpelli che ci impediscono di correre dietro il Maestro. Ed ogni anno, in ogni stagione della nostra vita, ciò che rallenta la nostra corsa, è sempre nuovo, più o meno radicato, meglio o peggio visibile, ma chiediamo al Padre la Luce per saperlo scorgere nelle pieghe della nostra esistenza, diamogli carta bianca perché possa estirparlo! Chiediamo allo Spirito la Grazia di guardare nella verità e nella profonda umiltà, la verità di noi stessi. Senza spaventarci di fronte alla fragilità e al peccato: diamo loro un nome, senza paura, e presentiamolo attraverso le mani di Maria, la nostra mamma del cielo, al Signore. Strano a dirsi, difficile accettarlo, ma la nostra debolezza è proprio il luogo più intimo, più vero di noi stessi, in cui Gesù desidera incontrarci, la perla preziosa che noi stessi abbiamo da offrirgli perché Lui possa servirci ed amarci. Esso è il luogo dove si incontrano nell’Amore la grandezza del Padre e la nostra povertà: vasi vuoti e fragili pronti per essere riempiti dal Tutto! Contenitore e contenuto! Perfettamente complementari l’Uno all’altro! Affrontiamo con coraggio ed abbandono il silenzio, privandoci delle tante parole per accogliere la Parola: sia essa, accanto all’Eucarestia, il nostro unico viatico per questi quaranta giorni: tempo dell’intima unione con il Signore! Tempo che diventerà Carità feconda, sempre alimentata dalla vera Sorgente. Non mille cose da fare ma un solo Amore, sempre nuovo, da accogliere, per poterlo generare in chi ci cammina a fianco! Francesco, percorrendo le strade di Assisi, in maniera accorata invitava alla Conversione. L’Amore per i fratelli, il servizio ad essi rivolto, sia sempre desiderio ardente di portarli con noi alla presenza del Signore perché, lì, trovino la pienezza di cui ha segretamente sete la loro vita, come la nostra! Vi lascio miei cari giovani, vi lascio in punta di piedi, in silenzio, per non disturbare l’intimità che già vi tiene uniti con il Signore Gesù! Ci incontreremo, ci incontreremo allora, come un unico cuore, nell’Orto degli Ulivi, chiamati a vegliare, almeno ancora un’ora accanto a Lui! Buona Quaresima, miei cari! Con affetto, Vostro fratello fr. Augusto. paug.ogard@gmail.com