100 anni di guerre bastano!

di Flavio Lotti

Cento anni fa scoppiava la prima guerra mondiale, lasciando sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti “danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità.

La guerra è un’inutile strage. Un’avventura senza ritorno. Un crimine che continua a terrorizzare tante persone in tutto il mondo e minaccia di diffondersi ulteriormente. Armi micidiali continuano ad essere costruite e accumulate e insieme alla loro proliferazione incontrollata cresce anche la disponibilità ad usarle. Contro questo scenario angosciante abbiamo il dovere di insorgere impegnandoci per costruire la pace e mettere al bando la guerra.

Dopo cento anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. Un diritto che deve essere effettivamente riconosciuto, applicato e tutelato a tutti i livelli, dalle nostre città all’Onu.

Il tempo è quello giusto. Proprio in questi mesi il Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, su pressione di molti paesi del sud del mondo, ha avviato le procedure per scrivere una Dichiarazione sul Diritto alla Pace che una volta approvata dall’Assemblea Generale consentirà all’umanità intera di voltare pagina e di passare dallo jus ad bellum allo jus ad pacem, dal diritto di fare la guerra al dovere di costruire la pace positiva.

Da quel giorno nessuno stato si potrà più permettere di fare la guerra senza violare il diritto internazionale. Nessun argomento giuridico potrà più essere trovato per giustificarla.Come ha sottolineato il prof. Antonio Papisca, fondatore e instancabile animatore del Centro per i Diritti Umani dell’Università di Padova, il riconoscimento del diritto alla pace da parte delle Nazioni Unite impegnerà gli stati ad agire con maggiore determinazione e coerenza in favore della sicurezza umana, di un disarmo reale, della risoluzione pacifica dei conflitti in corso, della costruzione del sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite fondato sul rigoroso rispetto di tutti i diritti umani per tutti.

Per l’affermazione concreta del diritto alla pace è già sceso in campo Papa Francesco che nel Messaggio per la pace del 1 gennaio scorso ha scritto: “Mi auguro che l’impegno quotidiano di tutti continui a portare frutto e che si possa anche giungere all’effettiva applicazione nel diritto internazionale del diritto alla pace, quale diritto umano fondamentale, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti.”

Ora tocca a noi, a tutte le persone di buona volontà, le associazioni di volontariato e i movimenti sociali, far sentire la propria voce. Un ruolo particolare spetta agli enti locali e alle Regioni che per primi al mondo, a partire dagli anni 80, hanno inserito in migliaia di statuti e di leggi l’esplicito riconoscimento del diritto alla pace come diritto della persona e dei popoli. Il centenario di quell’Inutile Strage che fu la prima guerra mondiale (Papa Benedetto XV) ci deve aiutare a riflettere ma soprattutto ad agire. Oggi abbiamo una grande opportunità per “agire utilmente”.Cento anni dopo la “Grande Guerra” è possibile inaugurare l’era della “Grande Pace”. Dipende anche da te!

Aderisci subito alla Campagnainternazionale per il riconoscimento del Diritto alla Pace. Sostienila e diffondila come puoi. Partecipa! Scrivi al Comitato Promotore pressola Tavola della pace, via della viola 1 (06122) Perugia, Tel. 335.6590356 - 075/5736890 - fax 075/5739337
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Flavio Lotti Coordinatore nazionale della Tavola della pace