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Danilo dal 2004 collabora con la rivista del Sacro Convento “San Francesco Patrono d’Italia”. Nel suo primo editoriale, così si raccontava: “Sono Danilo Ferrari, nato in quel di Paternò il 29 settembre del 1984, non avendo nessuna intenzione di commuovervi con le mie peripezie (perché ad ognuno già bastano le proprie), voglio raccontarvi le mie avventure”. Ecco, credo che proprio in questa affermazione risiede la sua singolarità e quello che vorrei chiamare il commento esistenziale al racconto di Francesco d’Assisi nel vivere la Perfetta Letizia “Io ti dico che, se avrò avuto pazienza e non mi sarò inquietato, questa è la vera letizia e vera virtù e la salvezza dell’anima”.

Come avrete possibilità di leggere voi stessi, Danilo è dotato di una profonda intelligenza emotiva, le sue avventure, i suoi sentimenti sono i nostri, ma vagliati da una profondissima coscienza di sé. Danilo ci fa dono dei suoi pensieri, della sua esperienza per darci un tempo (il suo, quello dell’uomo, estremamente più dilatato diquello alla quale siamo costretti nella società odierna) di poter recuperare i nostri pensieri e le nostre emozioni che cadono spesso nell’indifferenza.

Desidero terminare con l’incontro che ebbi con lui, di cui ho già avuto modo di parlare. Incrociai il suo sguardo e mi resi conto quanto egli riuscisse a comunicare, ritrovai tutte le parole e i sentimenti che avevo avuto modo di leggere nei suoi articoli. Quell’incontro mi aveva stupito e riempito di gioia e ne ho capito la spiegazione solo dopo, leggendo in questo libro il passo che riguarda il tempo: “Ho già sulle spalle 23 anni, ma solo se mi fermo a riflettere ne prendo coscienza, così come di tutte le esperienze che continuamente faccio: sono più impegnato a viverle che a numerarle.” Ecco dov’è la differenza, non era solamente la presenza di una persona piena di empatia. Danilo vive intensamente le sue esperienze e la sua vita, in maniera molto più cosciente e forte di molti altri ed è per questo che ha molto da insegnare: i suoi limiti, se così si possono chiamare, sono diventati ali per volare in alto.