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DA ASSISI A CITTA' DEL MESSICO TRA I FRATI DI FRONTIERA

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

L'incontro con i poveri dell'albergues Sant'Antonio

L'occasione per il viaggio in Messico ci è data dalla creazione della provincia della custodia messicana, con noi c'è la troupe di Tg1 Dialogo. Il volo ci porta direttamente a Città del Messico dove ad attenderci c'è il primo padre provinciale messicano, Pietro Diaz, che ci conduce subito nel convento madre, da dove è partita l'avventura francescana conventuale. La missione dei conventuali in questo paese nasce 37 anni fa con tre frati che, nel 1977, partono dalla Sicilia stanziandosi qui. Ad oggi, nel paese ci sono 10 conventi con 80 frati che vivono nei posti più remoti del Messico: una nazione con circa 117 milioni di abitanti e una capitale, Città del Messico, che è annoverata tra le più popolose del mondo, con quasi 20 milioni di abitanti.


LE NOTTI IN PULLMAN

Per raggiungere i nostri frati di frontiera ci attendono nottate intere in autobus, che ci portano nei luoghi che il buon cuore degli italiani ha saputo ricostruire. Per la prima meta partiamo alle 21.00 e arriviamo il giorno successivo alle 6 del mattino. La parte iniziale della strada che dalla capitale ci porta verso le periferie scivola tranquilla, ma una volta lasciato il centro abitato il percorso si fa dissestato e in strade non asfaltate. Facciamo una prima sosta a Ometepec, nello stato del Guerrero del Messico e una seconda tappa a Tlacoachistlahuaca, una città di 11.000 abitanti. I tre frati che ci accolgono ci offrono immediatamente una colazione per rifocillarci dal lungo viaggio. Appena pronti procediamo subito alla visita degli albergues, ci colpisce immediatamente l'estrema povertà a cui una popolazione di ogni età - ma soprattutto ragazzi - è costretta a vivere. Qui abbiamo la possibilità di vedere cosa "Con il Cuore" è riuscita a fare per gli ultimi e gli emarginati.


LE PIAGHE DEL MESSICO

Il Messico ha infatti una percentuale altissima di suicidi tra i giovani. Il numero dei gesti estremi nel paese è aumentato dal 1970 a 2007 del 275% e continua a salire. Quelli più a rischio sono i giovani tra i 15 e i 29 anni. La mancanza di obbiettivi, droghe e alcol sono le cause principali. E' il provinciale stesso a sottolineare che la piaga più grande è quella del narcotraffico, problematica che ha colpito direttamente la sua famiglia con il rapimento e l'uccisione di suo nipote.



JULIO E ALICIA DUE GIOVANI MESSICANI

Qui incontriamo tanti giovani, entusiasti della visita. Julio, un ragazzo di 25 anni ci dice "Grazie Italia, i francescani rappresentano per noi la bontà di Dio". Alicia invece, una ragazza di 34 anni ci dice che con l'aiuto dei francescani ha potuto sperimentare "il cuore di madre di Francesco. La vostra generosità" - continua poi - "è sostenuta dalla presenza di Francesco nei frati".  Qui infatti, grazie alla raccolta fondi di "Con il Cuore" ha dato vita all'"Albergo Sant'Antonio", una casa per giovani poveri che non avendo le scuole nei propri villeggi hanno bisogno di una struttura comune che possa educarli, farli mangiare e farli studiare. Qui trovano un rifugio dove poter accedere ad un futuro migliore. Qui lavorano i nostri frati di frontiera. 


I LUOGHI STORICI

Non è mancata la visita al museo antropologico e alle imponenti piramidi delle civiltà precolombiane, dove mi colpiscono le epigrafi che raccontano la storia di queste civiltà millenarie e il loro arrivo dell'area sacra della metropoli dai gruppi post-Teohuaca, riferita da diverse fonti storiche che riportano come una volta queste trubù si mossero con bambini, giovani e adulti e,  silenziosamente, si spostarono stabilendosi in quella terra dove costruirono piramidi dedicate alla luna e al sole. In seguito vennero costruite tante altre piccole strutture, essa divenne una specie di cittadina, ma interamente costruita a mano 


LE DUE IDENTITA' DEL MESSICO

Nel nostro viaggio scopriamo che il Messico si fonda su due grandi identità, quella mariana del santuario di Nostra Signora di Guadalupe con i suoi 20.000 pellegrini annui; mentre dall'altra si erge quella francescana: il monumento nazionale del paese è la chiesa di san Francesco. Qui sono presenti, tra le diverse famiglie e i consacrati, circa 7000 francescani. I primi frati arrivarono infatti in Messico nel 1523  con il conquistatore Fernando Cortez, seguiti a breve distanza da altri 12. I frati vennero inviati a gruppi di tre a nord, sud, est e ovest. Sovviene subito l'episodio legato alla vita di Francesco d'Assisi, quando volle che i frati andassero per il mondo due a due per portare la buona novella. Era iniziata così l'esperienza dei francescani che è ancora oggi una delle realtà tra le più importanti del paese.


Sono loro a portare in viso i segni della gioia di potersi fare dono agli altri, per dare vita a nuovi equilibri della società, colmando quelle ingiustizie che la comunità umana, con i suoi egoismi, tende a creare.



Un piccolo gesto può dar vita a grandi miracoli, come qui in Messico, dove i tanti piccoli gesti degli italiani hanno generato la Speranza, ciò che l'estrema conseguenza della miseria troppo spesso toglie a questi giovani.

Non è mancato un momento di raccoglimento e preghiera al santuario di Nostra Signora di Guadalupe per tutti i nostri amici, benefattori e coloro che si affidano alle nostre preghiere.


Il reportage video sarà trasmesso su Tg1 Dialogo, in onda tutti i sabato mattina alle 8.20 su RaiUno

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