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Papa Francesco a Caserta: la sfida dell’unità, della pace e del dialogo

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Sabato, 26 luglio, alle ore 15, papa Francesco sarà a Caserta. Qui incontrerà in forma privata, per più di un’ora, il vescovo mons. Giovanni D’Alise insieme ai sacerdoti e ai religiosi della Diocesi. È un momento speciale, di grande attesa: i fedeli, le comunità non solo parrocchiali e la stessa città di Caserta e dei tanti paesi dell’agro-aversano sono in fermento. L’occasione è data dalla festa di S. Anna, patrona della città di Caserta. In realtà, da quello che si è letto negli ultimi quindici giorni sui giornali – di tutto e di più –, a papa Francesco stava a cuore fare visita all’amico Giovanni Traettino, Pastore delle Chiese pentecostali, oggi promosso a incarichi internazionali che, fino allo scorso anno, ha animato la comunità carismatica di Caserta. Questo incontro – privatissimo – avverrà il prossimo 28 luglio. Cosa farà, dunque, il papa a Caserta? Di cosa parlerà ai sacerdoti? Quale messaggio porterà ai circa trecentocinquantamila fedeli che innanzi alla Reggia di Caserta lo attenderanno fin dalle prime ore dell’alba per avere un posto migliore durante la celebrazione eucaristica delle 18?



Sembrano tre gli ambiti di cui tener conto: la crisi economica e politica che investe le famiglie e anche la città di Caserta insieme a tutto il Meridione d’Italia; l’unità nella Chiesa (tra vescovo e presbiteri, tra presbiteri e fedeli) e tra le Chiese e le varie comunità cristiane (Caserta ha sempre avuto a cuore l’ecumenismo e l’impegno per il dialogo interreligioso, in special modo con ebrei e musulmani, sulla scia dello “Spirito di Assisi”); la salvaguardia del creato e il relativo problema dell’inquinamento e della terra dei fuochi, senza tuttavia politicizzare tale problema.



Sono certo che papa Francesco, come in tutte le sue visite pastorali e fraterne, parlerà al cuore della gente e toccherà tematiche molto concrete e scottanti. L’interland casertano, terra di grandi devozioni, ma anche di grandi complicità con la camorra e la mala vita organizzata, ha bisogno di luce, come d’altronde ciascuno di noi – le nostre stesse famiglie e comunità – nel cammino di conversione e di crescita verso il Bene e la giustizia. Da sempre la Diocesi di Caserta è impegnata su due grandi fronti: l’accoglienza e la cura degli immigrati (soprattutto dei più deboli, in particolar modo delle donne e dei bambini provenienti dall’Africa settentrionale e dall’Europa dell’est, vedi il grande servizio svolto dal Centro Ester e dalla Caritas, come altresì dal Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture e da tante associazioni di volontariato) e la promozione del dialogo e della pace, in particolar modo per il Medio Oriente, favorendo la cultura dell’integrazione e la formazione al dialogo e alla convivialità delle differenze. L’attenzione al dialogo e alla cultura dell’alterità si esprime pure nella sensibilità ecumenica, ossia nella ricerca sincera e concreta dell’unità e della comunione tra le diverse Chiese e comunità cristiane che coabitano a Caserta e nella stessa Provincia. Con lo stesso pastore Giovanni Traettino, da lungo tempo la Diocesi di Caserta – attraverso il Centro Studi Francescani per il Dialogo interreligioso e le Culture – organizza momenti di fraternità, di preghiera e di impegno concreto per la pace.



La visita di papa Francesco a Caserta conferma l’attenzione ai poveri – l’amore per gli ultimi – e la necessità per ogni cristiano di praticare il dialogo e la via dell’unità affinché gli uomini e le donne del nostro tempo e di ogni terra si scoprano sempre di più fratelli e sorelle tra di loro e figli e figli dell’unico Padre che è nei cieli. 

padre Edoardo Scognamiglio OfmConv

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