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Venerdì Santo, l'amore di San Francesco per la Croce

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Per Francesco d'Assisi la Croce fu esempio da seguire e ammirare, tanto da essere chiamato 'Alter Christus'

Negli ultimi anni della sua vita, fu chiesto a Francesco di percorrere fino in fondo la via della croce. È possibile per non dire probabile è che nel testo Sulla vera letizia egli ripresenti lo stato reale in cui, di fatto, era venuto a trovarsi, se non per il ripetersi di un'identica situazione, certo per essere stato costretto a subire il rifiuto dei suoi, a volte malcelato, altre volte manifesto.

Tornò così più volte a riflettere sul tema della sofferenza, del morire con Cristo, per produrre quel frutto che porta in gestazione la vita di molti. Lodava dunque il Signore per quelli «ke perdonano per lo tuo amore, et sostengo infirmitate et tribulatione»; ricordava ai suoi frati che l'uomo non può gloriarsi né per la ricchezza né per le doti umane, «ma in questo diceva possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo». Interessantissima l'Ammonizione VI, a cui accenna anche Giordano da Giano quando riferisce la dura reazione di Francesco alla notizia che era stata scritta una legenda sui primi cinque frati martirizzati in Marocco: «Guardiamo con attenzione, fratelli tutti, il buon pastore che per salvare le sue pecore sostenne la passione della croce. Le pecore del Signore l'hanno seguito nella tribolazione e nella persecuzione, nella vergogna e nella fame, nell'infermità e nella tentazione e in altre simili cose, e per questo hanno ricevuto dal Signore la vita eterna.

Perciò è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi abbiano compiuto le opere e noi, con il solo raccontarle e predicarle, vogliamo da ciò ricevere onore e gloria!». Alla luce del Mistero Pasquale Francesco rilesse dunque tutta la sua storia, la storia della sua famiglia religiosa, la storia sic et simpliciter.

Nella croce, nelle umiliazioni accolte con pazienza, senza inquietarsi, colse la «vera letizia» e la «vera virtù e la salvezza dell'anima». E beati anche noi se nel momento del dolore, vivendolo con Cristo, sapremo trasformarlo in amore!

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