cronaca

Mafia, confiscati 200 milioni nel Messinese

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La Dia ha confiscato un patrimonio da 200 milioni di euro riconducibile a Mario Giuseppe Scinardo, uomo di fiducia del boss di Mistretta, in provincia di Messina, Sebastiano Rampulla, dopo che la Cassazione ha definitivamente confermato la misura patrimoniale antimafia. Il boss, deceduto nel 2010, è fratello di Pietro, ''artificiere'' di Cosa nostra condannato per avere confezionato i telecomandi utilizzati nella strage di Capaci, in cui furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta.

Il provvedimento colpisce numerose società e ditte individuali, circa 230 beni immobili tra vaste distese di terreno, appartamenti, ville e locali commerciali, aziende agrituristiche e vinicole, impianti di calcestruzzo e da circa 90 mezzi, tra camion, escavatori, trattori, mezzi agricoli ed autovetture di grossa cilindrata. I beni erano distribuiti nelle province di Catania, Siracusa e Enna e sono stati individuati e sigillati dalla Dia di Catania e di Messina.

Gli investigatori hanno riscontrato nell'arco di circa 15 anni, un'anomala escalation patrimoniale ed imprenditoriale, ingiustificata dai redditi dichiarati da Scinardo e dal suo nucleo familiare. L'uomo, da semplice allevatore di bestiame, è riuscito, per il periodo esaminato, ad accumulare un rilevante patrimonio immobiliare, imponendosi repentinamente, a livello imprenditoriale, nel settore del movimento terra, dell'edilizia e delle energie alternative.La Repubblica

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